Vademecum per rottamare i moduli fotovoltaici

Tra qualche giorno si inizieranno ad accendere i caloriferi, perché pian pianino l’autunno si sta facendo sentire tra la pioggia e l’abbassamento di temperatura. Ma non è mai troppo tardi per pensare ad un’alternativa green e optare per le tecnologie rinnovabili, che, si sa, costano, però il risparmio si vede sul lungo termine. Se invece la tecnologia green non vi scorre nelle vene, avrete senz’altro la vena del risparmio, e confrontando i prodotti di Illumia con quelli di Heracomm, Illumia, Edison e via dicendo, troverete senz’altro l’alternativa migliore.
 
Uno dei lati positivi del passaggio alle tecnologie rinnovabili è la durata di un modulo fotovoltaico, che una volta installato può funzionare per più di 20 anni senza bisogno di particolari cure o riparazioni. Ma, una volta arrivato alla fine del suo ciclo di esistenza e funzionamento, è consigliabile rottamarlo, e la filiale italiana di European Recycling System (la prima organizzazione paneuropea che si occupa di implementare le normative Ue sul riciclaggio di rifiuti elettrici ed elettronici) ha deciso di aiutare le persone a farlo nel modo giusto compilando un vademecum per lo smaltimento dei pannelli solari.
 
E non è l’unica, in quanto dallo scorso aprile è in corso di validità il Decreto Legislativo 49/2014 che regola la gestione dei rifiuti legati alle tecnologie rinnovabili da rottamare. In primis non bisogna pensare di poter smaltire un pannello solare per conto proprio, né ci si deve immaginare di portarlo in discarica. Il motivo è molto semplice: sarebbe uno spreco di risorse. Si pensi solo al fatto che da un pannello solare si può riciclare più del 90% dei materiali da cui è composto, quindi vetro, metalli e semiconduttori.
 
Ci sono diverse alternative per la rottamazione, una delle quali, valida per i pannelli fino a 10kW, è di portarli alla più vicina isola ecologica. In alternativa si può contattare la società che gestisce i rifiuti urbani e chiedere che vengano ritirati direttamente presso il proprio domicilio. Per gli impianti più grandi, invece, sarà il produttore stesso ad occuparsi dello smaltimento.
 
E per concludere, non ci si deve mai dimenticare che facendo due calcoli le tecnologie rinnovabili sono un investimento sul nostro futuro. Infatti, nonostante la spesa iniziale sia piuttosto impegnativa (anche se rispetto ai primi tempi, oggi i costi sono scesi sensibilmente e ci sono anche incentivi statali dedicati) il successivo guadagno non è da sottovalutare. Si parla di un risparmio sulla bolletta tradizionale dal 40 al 70%, che non sono noccioline.