Il naufragio delle terme siciliane

CATANIA – Sciliar e Vipiteno (Alto Adige), Abano Terme (Veneto), Livigno e Sirmione (Lombardia), Tabiano Terme e Rimini (Emilia-Romagna), Montecatini, Chianciano e San Gimignano (Toscana), Fiuggi (Lazio), Capri, Ischia e Sorrento (Campania), Costa Viola (Calabria), Gollura e Costa Smeralda (Sardegna). In tutta Italia sono 326 i centri Termali censiti dal Rapporto Thermalia 2014 di Federterme, ma tra i migliori – come si legge – mancano strutture siciliane.
Le Terme di Acireale e quelle di Sciacca sono giganti addormentati che aspettano da tempo d’essere risvegliati per ritrovare una funzione a “pieno regime”, che garantirebbe a loro e a tutta la Sicilia (secondo quanto stimato in una nostra precedente inchiesta del marzo scorso) un introito di circa 266 mln di euro.