Crocetta non l’ha fatto e non ha neanche, peggio, fissato l’obiettivo di farli crescere entrambi nel suo quinquennio, anno dopo anno. Con ciò ha dimostrato una pochezza e un’insufficienza da bocciatura che i fatti stanno dimostrando inequivocabilmente.
La gravissima responsabilità dello stato comatoso in cui ci troviamo, anche per non avere speso i circa dieci miliardi di fondi Ue e Fas, non è solo del povero Crocetta – che fa anche pena quando lo vediamo imbarazzato e insipiente di fronte alle telecamere, perché non capisce che più va in video e più si getta la zappa sui piedi – ma soprattutto della Classe dirigente muta e sorda.
L’opinione pubblica nazionale non sa, fra l’altro, che Crocetta è stato eletto da appena il 15% dei siciliani aventi diritto al voto.
Per fare aumentare Pil e occupazione le soluzioni sono chiarissime: le abbiamo elencate in queste pagine numerose volte: tagli di 3,2 miliardi alla spesa improduttiva, con l’indicazione dei capitoli ove tagliare; taglio di clientelismo e favoritismo diffuso; taglio degli sperperi negli acquisti di beni e servizi, soprattutto nella sanità; chiusura immediata di tutte le società partecipate.
L’assessore-commissario dovrà mettere in disponibilità, con l’80 per cento dello stipendio, diecimila inutili dipendenti regionali, mandare a casa i precari comunali e via elencando.
Si tratta di macelleria sociale? Ecco l’interrogativo inorridito che si leverà dalla bocca di alcuni lettori quando leggeranno questa nota. No, si tratta di giustizia sociale. Perché chi reclama diritti acquisiti in effetti vuole mantenere privilegi acquisiti.
Quelli che protestassero non potrebbero avere la coscienza tranquilla, dimenticando totalmente i quattrocentomila disoccupati, che sopravvivono malissimo, e le trecentosessantamila imprese che vanno avanti con immensa fatica.
Non è equo pensare ai privilegiati di questi ultimi decenni sol perché rumoreggiano in piazza, e dimenticare disoccupati e piccoli imprenditori che non hanno voce.
Qui, in Sicilia, o rimettiamo in moto tutta l’economia offrendo opportunità ai capaci e volenterosi (ve ne sono tantissimi), oppure andremo tutti nella strada dell’inferno, anche se costellata di buone intenzioni.