Messina – Riequilibrio dei conti o dissesto? Oggi è atteso il verdetto romano

Messina – È atteso per oggi il responso della sottocommissione ministeriale sul Piano decennale di riequilibrio finanziario varato dalla Giunta Accorinti. La presa di posizione sarà decisiva, dato che lo strumento contabile in oggetto rappresenta l’unica ancora di salvezza del Comune di Messina, e una sua bocciatura equivarrebbe alla proclamazione del dissesto. Eventuali rilievi, però, di per sé non comporterebbero automaticamente cambiamenti immediati. L’ente, infatti, avrebbe 30 giorni di tempo per rispondere alle contestazioni, e poi tutto verrebbe consegnato alla Corte dei Conti per una pronuncia definitiva entro gennaio 2015.
La posizione dei magistrati contabili sulle strategie di risanamento degli amministratori messinesi, comunque, è già nota e peraltro recentemente ribadita nella delibera 186, arrivata sulla scrivania del sindaco Renato Accorinti qualche giorno fa. Un documento impietoso, che inchioda il Comune al blocco delle spese (così come formulato nelle precedenti delibere) e neanche troppo velatamente consiglia agli amministratori pubblici di non valutare troppo negativamente lo scenario che potrebbe aprirsi dopo un’eventuale dichiarazione di dissesto finanziario.
“I gravissimi profili di squilibrio economico finanziario e le irregolarità riscontrate, ben perduranti e strutturali restano, allo stato attuale, irrisolte”, scrive infatti il magistrato Gioacchino Alessandro, relatore in occasione dell’Adunanza della Conte dei Conti sul “caso” Messina, il quale non esita a ricordare come in difetto “di possibilità di successo della procedura di riequilibrio si determina la necessità di tempestiva attuazione della procedura di dissesto”.
Tecnicamente, Palazzo Zanca è in default già da tempo, ma la sua dichiarazione formale non è mai stata così vicina come in questi giorni. D’altra parte, spiega la Corte dei Conti, il dissesto non è il peggiore dei mali come viene descritto dalle forze politiche. Anzi, “lungi dal costituire ex se occasione o concausa di detrimento per l’ente, dischiude per converso uno scenario normativo ed operativo funzionale ad assecondare un itinerario gestionale virtuoso di ripristino e degli equilibri di bilancio di cassa e per essi della piena funzionalità dell’amministrazione, a beneficio della collettività amministrata”. In più, aggiungiamo noi, al netto di indagini già avviate dalla Procura, obbligherebbe l’apertura di un fascicolo sulle responsabilità politiche ed amministrative della voragine economica procurata, agendo come un terremoto per i partiti, per i politici e per i funzionari che hanno governato Messina negli ultimi 15 anni.
Le prescrizioni sull’urgenza della definizione di correttivi di spesa – anche contenuta nell’ultima delibera della Corte – lasciano però il tempo che trovano, vista la vicina scadenza del responso sul Piano decennale. È quello il versante su cui la Giunta concentrerà la propria attenzione, come ha fatto finora, sacrificando anche la gestione ordinaria di un ente che, oramai, è praticamente abbandonato a se stesso. Senza l’approvazione del consuntivo 2013 e del preventivo 2014, gli assessorati sono infatti ancora costretti ad operare in dodicesimi, impossibilitati a spostare anche un singolo euro a favore di servizi di pubblica utilità. Ed è questa la vera sconfitta di una Giunta che aveva promesso velocità e trasparenza.