L’Unione europea ha sanzionato, e continua a sanzionare, l’Italia con un’apposita procedura d’infrazione per la durata dei processi, che violano il principio del ragionevole tempo in cui ognuno di essi debba concludersi, con assoluzione o condanna, nel caso del rito penale, o dando ragione o torto ad attore o convenuto, nel caso del rito civile o di quello amministrativo.
Dal che si deduce che la causa dell’infausta conclusione su cui svolgiamo queste note non è la prescrizione, che giustamente deve esserci, bensì la malattia cronica che fa durare i processi oltre ogni ragionevole periodo, cosa che non avviene in nessun altro Paese d’Europa e del mondo a civiltà avanzata.
Ma perché i processi durano tanto, spesso oltre i dieci anni? Gli esperti hanno individuato alcune cause. La prima riguarda la formulazione delle leggi, che hanno testi astrusi, scritti spesso in malafede da chi non vuole che i testi stessi vengano capiti. Non solo, ma quando i testi sono oscuri e complicati inutilmente, consentono un amplissimo ventaglio di interpretazioni da parte dei giudici. Caso opposto sarebbe se le norme fossero scritte in modo conciso, chiaro e comprensibile.
Perché i burocrati compilano testi spesso incomprensibili? Perché hanno l’interesse che essi ingarbuglino anziché risolvere le questioni, con la conseguenza di mantenere un potere discrezionale di fronte alle istanze di cittadini e imprese.
Chiarezza e trasparenza tagliano le unghie ai cattivi burocrati, l’opacità dà loro molto potere.
Abbiamo letto la recente legge “Sblocca Italia”, n. 164/14, composta da ben 86 pagine. Da farsi venire il mal di testa non tanto per la lunghezza, quanto per i continui e ripetuti riferimenti ad altre norme, aggiungendo e togliendo parole e frasi, amputando commi, aggiungendone altri e così via enumerando.
Perché un testo di legge non assorbe qualunque norma della materia e rifà ex novo un testo che fila, senza bisogno di tutte queste acrobazie volute in malafede?
I burocrati, così comportandosi, violano il loro giuramento di fronte alla Costituzione (artt. 54 e 97). Sono spergiuri e quindi condannabili. Per questo i processi durano tanto, non solo, ma anche perché più pende, più rende.