BAGHERIA (PA) – È diventata un vero e proprio caso che ha interessato i media nazionali la decisione dell’amministrazione comunale bagherese di chiudere, almeno temporaneamente, il Museo Guttuso di Villa Cattolica. Secondo il sindaco Patrizio Cinque e l’assessore alla Cultura Rosanna Balistreri, la chiusura si è resa necessaria in virtù di una spesa ben superiore rispetto alle entrate, da diversi anni a questa parte sempre più esigue. Basti pensare che nel corso dell’ultimo anno, a fronte di uscite quantificate in ben 480 mila euro, gli ingressi non hanno fruttato che una cifra risibile, vicina ai 20 mila euro.
Tanto personale e nessuna promozione hanno prodotto il disastro e così il Comune ha deciso di prendere una “pausa di riflessione” per rilanciare in futuro il Museo, passando attraverso una concreta riduzione delle spese (e quindi del personale) e una reale politica di promozione del sito (basti pensare che nessuna brochure per le vicine strutture alberghiere è stata realizzata e prodotta negli ultimi dieci anni).
Secondo Cinque, la chiusura (temporanea, come da lui stesso ribadito più volte) è anche motivata dal fatto che il mantenimento di una struttura ha un indice nettamente squilibrato fra i proventi del Museo e il contributo dell’Ente, ben superiore al 36 per cento, limite stabilito dall’articolo 243 del Tuel.
“Non possiamo violare la legge – ha spiegato il primo cittadino – e la chiusura temporanea coincide comunque con una serie di lavori che dovevano essere eseguiti presso il Museo. Sul Guttuso si doveva lavorare per rilanciarlo, per promuoverlo, per riqualificarlo”.
“Faremo in modo – ha concluso Cinque – che una necessità diventi un’opportunità”.
La proposta di Salemi e la rabbia dell’erede
BAGHERIA (PA) – La chiusura del Museo Guttuso ha scatenato la rabbia di molti intellettuali e politici locali, nonché, come detto, l’interesse di media nazionali. E mentre c’è chi si fa avanti per ospitare le opere dell’artista bagherese (l’ultima proposta è arrivata dal Comune di Salemi), a far la voce grossa è stato l’erede di Guttuso, il figlio adottivo Fabio Carapezza, che ha minacciato di chiedere indietro i quadri del padre.
“La chiusura del Museo Guttuso – ha scritto Carapezza in una lettera all’amministrazione – e la dismissione del personale che lo amministrava lede, sia giuridicamente che affettivamente, la validità e il significato degli atti che hanno consentito la creazione del Museo Guttuso, ospitato a Villa Cattolica”.
Così, mentre si prospetta una possibile battaglia legale, viene annunciato dal Comune l’avvio dei lavori nel sito per il 12 dicembre e il sindaco Cinque ha aperto alla possibilità di riaprire presto il Museo e affidarne la custodia e la manutenzione al personale Asu.