Nello Musumeci: “Abolire la legge regionale 44 del 1965 che lega il trattamento economico dei deputati siciliani a quello dei senatori”

PALERMO – Niente di nuovo anche questa settimana a palazzo dei Normanni. Un’Aula che è durata poco più di mezz’ora, senza la presenza del governatore che doveva venire a riferire in Aula sulle trivellazioni e così i lavori sono stati rinviati a martedì della prossima settimana. Con questo ritmo di lavoro sembra capitare a proposito la richiesta del presidente dell’Antimafia regionale Nello Musumeci per “Abolire la legge regionale 44 del 1965 che lega il trattamento economico dei deputati siciliani a quello dei senatori”. “E’ vero che negli ultimi anni – ha detto Musumeci – le indennità dei parlamentari regionali sono state ridotte di oltre il 30 per cento, ma occorre adeguare questi compensi a quelli dei consiglieri delle Regioni ordinarie e abrogare la legge che rappresenta un retaggio dal cattivo sapore del privilegio”.
La commissione Ambiente e Territorio all’Ars ha approvato il ddl-voto promosso dal Movimento 5 stelle per sottoporre a referendum l’articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’. Intanto nuovo braccio di ferro tra Sicilia e Stato. La riforma dell’articolo 36 dello Statuto siciliano in materia di entrate tributarie sarà al centro di un incontro organizzato dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone con senatori e deputati eletti nell’Isola, venerdì prossimo nella sala gialla di palazzo dei Normanni. Il progetto di modifica, punta a consentire alla Regione di incamerare il gettito delle imposte di produzione, attualmente riservate allo Stato, in applicazione del principio di territorialità dell’imposta e in attuazione dei principi ispiratori del federalismo fiscale. La riunione, spiega una nota, sarà anche l’occasione per un approfondimento dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione e del tema relativo ai nuovi permessi per le trivellazioni di idrocarburi nel canale di Sicilia.
 
Secondo il presidente dell’Ars Ardizzone, la Regione siciliana, sulla base del proprio Statuto, se pienamente attuato, “potrebbe essere autosufficiente dal punto di vista finanziario”. Per il presidente dell’Ars si tratta di “esaltare l’autonomia siciliana”, che consentirebbe alla Regione di incamerare da subito circa 2 miliardi di euro l’anno. Se poi aggiungiamo anche le risorse dell’articolo 37, relativo al gettito fiscale delle imprese che hanno sede legale altrove, “si potrebbe arrivare a 10 miliardi”.
 
Per la cronaca, l’Assemblea regionale ha approvato, all’unanimità, lo schema di progetto di legge costituzionale per la riforma dell’articolo 36. “In questi anni la regione – ha proseguito Ardizzone – si faceva affidamento sull’articolo 38 con il Fondo di solidarietà nazionale che permetteva alla Regione di attingere finanziamenti dallo Stato a compensazione del gap infrastrutturale: un continuo flusso di denaro che è andato via via diminuendo, passando da circa 90 miliardi di lire degli anni Cinquanta ai 20 milioni di euro del 2010”. Ora il presidente dell’Ars chiede che venga al più presto incardinato il ddl al Parlamento nazionale.