Catania – Organizzazione transnazionale dedita al traffico di vite umane

CATANIA – Un’organizzazione a carattere transnazionale, operante in Italia, Libia, Eritrea e altri Stati nordafricani, che favoriva l’immigrazione clandestina in Europa, con sbarchi nel nostro Paese, è stata sgominata dalla Squadra mobile di Catania e dallo Sco.
La Polizia di Stato ha arrestato undici eritrei, grazie a un’inchiesta della Procura distrettuale di Catania che ha fatto luce anche sul naufragio che ha provocato la morte di 244 persone. L’operazione è stata denominata Tokhla, che in eritreo vuol dire sciacallo. Gli arrestati sono ritenuti i componenti dell’organizzazione responsabile della traversata conclusa con il naufragio di una imbarcazione avvenuto al largo delle coste libiche tra il 27 e il 28 giugno scorso.
L’organizzazione avrebbe inoltre, secondo quanto accertato, organizzato almeno 23 viaggi verso le coste italiane tra maggio e settembre 2014. Gli eritrei sono stati arrestati in Sicilia, Lombardia e Lazio.
L’indagine è stata avviata il 13 maggio scorso, con l’arrivo a Catania, nell’ambito dell’operazione Mare nostrum, della nave Grecale della Marina militare con a bordo 206 migranti di varie nazionalità e 17 cadaveri di migranti.
Fra gli arrestati, Measho Tesfamariam, 29 anni, bloccato in collaborazione con la polizia tedesca a Munchenberg, ritenuto tra gli organizzatori delle traversate e uno dei responsabili di quella conclusasi con il naufragio del 27-28 giugno. Dell’uomo gli investigatori vennero a sapere anche dalle dichiarazioni di parenti delle vittime del naufragio, che tentarono di contattarlo. Gli eritrei arrestati avrebbero avuto compiti di supporto logistico ai migranti e agli scafisti in arrivo dalla Libia per aiutarli a fuggire dall’Italia verso il Nord Europa.
Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti di fermo, durante un controllo eseguito in uno stabile in via di Prima, a Catania, in un sottotetto la cui porta era chiusa a chiave furono trovati nove sedicenti somali, otto dei quali minorenni, che erano stati rinchiusi in attesa che i parenti inviassero il denaro per il loro trasferimento dall’Italia. In quella occasione fu arrestato Yemane Andemariam, di 36 anni, ritenuto responsabile di sequestro di persona e favoreggiamento della permanenza clandestina.