Legge di stabilità: le Regioni avviano confronto col Governo

ROMA – Settimana fitta di incontri con il Governo per la Conferenza delle Regioni, dal ministro degli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, al sottosegretario Gianclaudio Bressa, al vice ministro all’Economia, Pier Paolo Baretta. Il presidente Sergio Chiamparino, al termine dei confronti, ha illustrato gli accordi raggiunti.
“Al centro delle discussioni ci sono stati i tagli previsti dalla legge di stabilità e sono stati fatti alcuni passi in avanti”. Chiamparino spiega che il Governo ha accettato la nostra proposta di prevedere un finanziamento del Patto verticale incentivato per almeno un miliardo; risorse che serviranno poi ai Comuni per affrontare interventi urgenti per il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza delle scuole. Non solo, abbiamo chiesto anche al Governo di arrivare a considerare l’idea di attestarsi per questa operazione ad un livello pari ad un miliardo e mezzo. Una richiesta confermata oggi dalla Conferenza delle Regioni.
Chiamparino, spiega poi che per quanto riguarda invece il passo fatto dalle Regioni, si è partiti dalla considerazione che la legge di stabilità prevede, nell’ambito del taglio dei 4 miliardi, che si possa incidere anche sulle risorse destinate alla sanità.
“Considerando che nei nostri bilanci la sanità rappresenta il 75%, la strada appare obbligata. Per questi motivi abbiamo convenuto con il Governo che il previsto incremento del fondo sanitario, pari a 2 miliardi per il 2015, potesse essere ridotto di 1,5 miliardi. Di questo si fanno carico le Regioni, agendo soprattutto sul maggior controllo della spesa farmaceutica e attraverso una migliore organizzazione nell’acquisto di beni e servizi”.
 
Chiamparino specifica chiaramente dunque che non si interverrà in alcun modo sull’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza Lea, ma incidendo solo su aspetti organizzativi e sul controllo della spesa farmaceutica. “In cambio di questo, sul fronte della sanità, abbiamo registrato la disponibilità del Governo ad aumentare per 3,3 miliardi in tre anni gli investimenti per l’edilizia sanitaria”, continua il presidente.
 
C’è la disponibilità a rinunciare anche a gran parte del residuo dell’incremento del Fondo sanitario 2015, ovvero a 400 milioni, purché queste risorse vengano direttamente destinate al fondo per il trasporto pubblico locale che vive una fase di forte sofferenza finanziaria con caratteristiche di emergenza e con il rischio, in qualche caso, anche di licenziamenti da parte di aziende del settore.A tutto ciò si aggiungono 100 milioni che il Ministero dell’economia avrebbe reso disponibili una tantum come contributo sugli interessi dei mutui e che le Regioni invece vorrebbero destinare sempre al trasporto pubblico locale.
Le Regioni hanno poi sottoposto  altre questioni. La prima riguarda la loro partecipazione al gettito derivante dal recupero dell’evasione Iva come già avviene per altri cespiti fiscali. La seconda è relativa invece al discorso del riordino delle Province. Le Regioni sono impegnate nel garantire l’attuazione della Legge Delrio, la Legge 56, e hanno fatto una proposta chiara di collaborazione istituzionale.