La vicenda che analizziamo non è paragonabile a Mani Pulite, che cominciò con l’arresto di Mario Chiesa, presidente dell’Opera pia Albergo Trivulzio, il 7 febbraio 1992. Man mano che venivano arrestati esponenti politici, l’indignazione popolare crebbe e si concretizzò con il lancio delle monetine all’ex primo ministro Bettino Craxi, davanti alla sua abituale residenza romana, l’hotel Rafael.
Allora i partiti svenavano gli italiani, ma molti uomini politici finiti in galera non si erano appropriati di denaro per le proprie tasche. Oggi, invece, le bande di malfattori lavorano in proprio, approfittando di un ceto politico mediocre e permeabile e di un ceto burocratico pronto a farsi corrompere.
Intendiamoci, lo ribadiamo ancora: la maggior parte di burocrati è corretta e professionale, ma la grave colpa è di tacere sulle malversazioni che compiono i colleghi, anziché denunciarle a voce alta e chiara, anche spingendo le rappresentanze sindacali a fare pulizia al proprio interno, anziché chiedere aumenti.
Il ceto politico è al più alto livello delle responsabilità istituzionali, ma è mediamente composto da persone ignoranti e con un basso tasso di moralità. Ecco perché è corrompibile.
La Regione siciliana è un coacervo incalcolabile di inefficienza. Deducendo, di corruzione. Eppure vi sono migliaia di dipendenti e centinaia di dirigenti bravi e preparati che, anche in questo caso, non denunciano, a voce forte e chiara, i loro colleghi che non lavorano o lavorano male, che aspettano la telefonata per concedere il favore verso il pagamento della rituale mazzetta.
Anche in questo caso, i sindacati che rappresentano i dipendenti regionali dovrebbero agire per denunciare quella parte dei loro associati che sono contro i siciliani. Ma non lo fanno.
Il presidente della Regione ha tentato di fare un po’ di pulizia, presentando denunce alla Procura della Repubblica. Ma non ha capito che la pulizia si fa se l’organizzazione dei servizi è efficiente e se essi sono trasparenti e limpidi.
Il portale web della Regione è quanto di più opaco esista, per nascondere malefatte, sperperi e comportamenti inadeguati a chi ha responsabilità di generare servizi pubblici.
Crocetta si svegli dal torpore e capisca che le parole sono inutili. Servono atti forti per soddisfare l’enorme indignazione dei siciliani.