118: impossibile mettere ordine nell’organizzazione amministrativa

PALERMO – Il Servizio sanitario di emergenza urgenza 118 è di nuovo nell’occhio del ciclone. Dopo i costi elevati e il personale in esubero, questa volta torna alla ribalta per le dimissioni del direttore generale Angelo Aliquò. Alla base della scelta ci sarebbe l’impossibilità di mettere ordine nell’organizzazione amministrativa e contabile della società a partecipazione regionale, come ha riferito lo stesso manager al presidente Rosario Crocetta e all’assessore alla Salute Lucia Borsellino.
“La forma attuale non consente di andare oltre”, ha detto ieri in un’intervista televisiva Aliquò, che ha aggiunto di sentirsi “un generale con un esercito di soldati, non un livello intermedio”.
Ieri Aliquò ha salutato i colleghi con un messaggio pubblicato sul sito on line della società: “A malincuore – scrive – ho deciso di lasciare in anticipo il mio incarico triennale di direttore generale. Una decisione assunta senza alcuna polemica ma semplicemente perché non ho più le motivazioni e l’entusiasmo che mi hanno spinto ad accettare questo incarico dieci mesi fa”. Dalla Regione, fino al momento della stampa, nessuna replica.
Aliquò si era insediato a febbraio dopo non poche frizioni tra l’organismo di vigilanza della partecipata, il governo e i sindacati. Al manager era stato proposto un contratto di un solo anno, rispetto al piano industriale triennale, e con una riduzione dello stipendio maggiore di quella dei dirigenti regionali. Ne era nata una polemica finita in commissione Sanità all’Ars, seguita dalle dimissioni del presidente del consiglio di gestione Giulio Guagliano, e conclusa con l’accettazione dell’incarico da parte di Aliquò.
Restano i nodi da sciogliere della Seus. Il personale ammonta a 3 mila unità tra autisti-soccorritori e amministrativi. Sono stati registrati circa 600 esuberi, per i quali si è tentato il reimpiego in Asp e ospedali (iniziativa appoggiata da Guagliano), o la strada del contratto di solidarietà che non era piaciuta al governo. 
La Seus tra il 2002 e il 2012 ha visto lievitare i costi da 10 milioni a 117,4 milioni di euro. Il procuratore generale della Procura generale d’Appello della Corte dei Conti, Diana Calaciura, nel giudizio di parifica sui conti pubblici della Regione siciliana, esercizio 2013, riguardo alla spesa per la gestione del Servizio terrestre d’emergenza 118, gestito dalla Sesus, società consortile a prevalente partecipazione regionale (53,25%), osserva che è stata di 114,4 milioni di euro. E continua: “Il numero degli autisti/soccorritori mediamente impiegato nel 2013 è stato di 3.029”, ma già in passato la Corte dei conti giudicava sufficienti 2.500 unità. La magistratura contabile indica il numero dei mezzi in “251 ambulanze e 10 automediche, per un totale di 261”.
Mario Alloro, parlamentare regionale del Pd e coordinatore della sottocommissione sulle criticità del servizio 118 istituita all’Ars, chiede di voltare pagina: “La sottocommissione – afferma – aveva già evidenziato molte gravi criticità del sistema – Ho chiesto al presidente della commissione Sanità Giuseppe Di Giacomo di mettere all’ordine del giorno il disegno di legge di riforma del ‘sistema-118’ elaborato dalla sottocommissione, ddl che prevede l’istituzione di un’ Azienda Regionale per l’Emergenza Urgenza”.