La situazione è disperata nelle otto regioni del Sud, preda di mafie e organizzazioni criminali, che delle discariche a cielo aperto hanno fatto uno dei loro business principali. Infatti, quando arriva l’emergenza, che diventa abituale, tutto agisce con somma urgenza, per cui gli appalti dei relativi servizi vengono pagati tre o quattro volte di più: una pacchia, per la criminalità organizzata.
La situazione in Sicilia è insostenibile. Se Crocetta avesse lungimiranza non dovrebbe fare altro che copiare come il gravissimo problema sia stato risolto in Europa e nel mondo civile: costruendo impianti Rsu per la produzione di energia e biocarburanti.
Non si capisce a che serva l’appello a Renzi, quando autonomamente Crocetta potrebbe pubblicare i bandi di evidenza pubblica, anche sulla Gazzetta europea, per la costruzione di dieci impianti di ultima generazione, atti a consumare i 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani della Sicilia, ogni anno, con i quali produrre energia da fonti rinnovabili e biocarburanti.
Non a tutti è noto, infatti, che energia e biocarburanti derivati dagli Rsu si considerano come da fonti rinnovabili e pertanto sui prezzi finali di vendita non gravano le accise, almeno fino ad oggi.
Ma quanti vantaggi ne deriverebbero? Il primo riguarda le discariche, che potrebbero essere totalmente bonificate dopo avere consumato nei predetti impianti le migliaia di tonnellate in esse accumulate. Per i primi anni, i dieci impianti indicati potrebbero lavorare 24 ore al giorno, producendo molta energia e molto biocarburante, e raddoppiando in tal modo i posti di lavoro.
Il secondo vantaggio riguarderebbe la diminuzione della raffinazione che appesta i tre poli siciliani, esigendo da un canto il dimezzamento della produzione, ovvero l’incasso delle accise a compensazione degli enormi danni all’ambiente che tali impianti di raffinazione hanno provocato alla Sicilia in questi sessant’anni.
Il terzo vantaggio sarebbe di tipo sociale, perché finalmente, affrancata dalle puzzolenti ed inquinanti discariche, la Sicilia salirebbe molti gradini, nella classifica della qualità dell’ambiente, avvicinandosi alle più civili regioni dell’Europa dei 28.
Da qualunque parte si giri, la soluzione che prospettiamo è la più ovvia. Né Cuffaro, né Lombardo l’hanno voluta capire. Ce la farà Crocetta a capirla, o confermerà che è duro di comprendonio?