Sulla crisi dell’Ast venti di liquidazione

PALERMO – Dietro la grande crisi che investe il trasporto pubblico isolano ci sono numeri che raccontano lo stato dell’arte del servizio in Sicilia. I sindacati chiedono maggiori risorse da parte della Regione per il pagamento degli arretrati – ieri c’è stato l’ennesimo sciopero dei dipendenti dell’Azienda siciliana trasporti – e anche investimenti nel parco bus che nell’Isola continua a restare il più vecchio, e quindi il più inquinante, d’Italia. Del resto i bilanci in perenne difficoltà e i passeggeri trasportati che continuano a diminuire anno dopo anno sono le conseguenze più immediate dell’assenza di un piano generale di riorganizzazione del settore. In questa fase critica i privati stanno alla porta e si dicono pronti a subentrare in attesa che la Regione prenda delle decisioni in merito.
L’età media dei bus che circolano nell’Isola è di 14 anni. Lo rivela un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati Aci che piazza la Sicilia sul fondo della classifica nazionale che ha un’eta media di 12 anni e 2 mesi, comunque lontana dalle migliori esperienze continentali che vedono la Germania con un dato medio di 8 anni e 8 mesi, oppure l’Austria con 6 anni e 7 mesi. Per sfiorare il dato nazionale bisogna arrivare fino in Portogallo o in Estonia, paesi in cui l’età media oscilla intorno ai 13 anni.
La provincia siciliana in cui circolano gli autobus più vecchi è Siracusa (oltre 20 anni), seguita da Ragusa (17 anni e 3 mesi), Caltanissetta (16 anni e 6 mesi), Trapani (16 anni e 4 mesi), Agrigento (15 anni e 8 mesi), Messina (15 anni e 7 mesi), Catania (13 anni e 8 mesi), Enna (13 anni e 1 mese) e Palermo (12 anni e 7 mesi).
“Il fatto che siano in uso veicoli molto vecchi – si legge in una nota del Centro Ricerche – pone serie problematiche per quanto riguarda la sicurezza della circolazione e l’impatto ambientale. Per non parlare del fatto che l’utilizzo di autobus più recenti porterebbe anche grandi vantaggi alle società di trasporto, dal momento che l’efficienza di questi mezzi è stata notevolmente migliorata, e quindi i consumi di carburante e le emissioni di sostanze nocive sono diminuite sensibilmente”.
Ieri è andato in onda l’ultimo sciopero per i lavoratori dell’Ast, l’Azienda siciliana Trasporti. A proclamarlo sono stati la Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal, Ugl e Cobas che sottolineano la mancata attuazione del piano di impresa e le difficoltà finanziarie dell’Azienda con il conseguente ritardo degli stipendi. Amedeo Benigno, segretario Fit Cisl Sicilia, ha richiamato all’ordine il nuovo assessore regionale ai Trasporti trovando “paradossale” la non convocazione dei rappresentanti dei lavoratori in Regione, un segnale che manifesta come si stia “sottovalutando la vertenza dell’Ast e questo ennesimo sciopero”. In ballo c’è il destino di 1500 lavoratori, mentre restano in sospeso lo stanziamento di 28 milioni di euro di fondi regionali e il nuovo contratto di servizio con il pagamento del pregresso atteso dall’Azienda.
Sul futuro dell’Ast il nuovo assessore Giovanni Pizzo aveva espresso la sua opinione, non molto gradita ai sindacati, in occasione di un recente forum all’Italpress quando aveva parlato di una “liquidazione” nel destino dell’Azienda. In attesa ci sono anche i privati, rappresentati dall’Anav (associazione nazionale autotrasporto viaggiatori), che chiedono da anni le gestione delle tratte o l’ingresso in società.