C’è però una condizione essenziale e tassativa. I cantieri si possono attivare se la burocrazia regionale e quelle comunali cominciano a funzionare in modo professionale, se rilasciano autorizzazioni, concessioni e provvedimenti consimili in trenta giorni dalla richiesta, ovvero li negano. Dal che si deduce che i dirigenti debbono prendere decisioni tassative, assumendosene la responsabilità. Insomma, devono ribaltare l’attuale loro comportamento secondo il quale chi non fa non sbaglia.
Ovviamente, fra i dirigenti regionali e quelli comunali vi è una parte di incapaci, di mascalzoni e di corrotti, ma è altrettanto vero che vi è un’altra parte, forse maggioritaria, di dipendenti capaci e onesti, in condizione di ribaltare gli attuali comportamenti deleteri.
Naturalmente, è indispensabile che gli assessori preposti ai diversi rami amministrativi della Regione e dei Comuni abbiano adeguata preparazione, in modo da comprendere le questioni prospettate dai dirigenti. Se gli assessori sono ignoranti in senso lato o ignoranti della materia che trattano, saranno sicuramente abbindolati dai dirigenti disonesti e non potranno capire, e quindi sostenere, gli altri dirigenti onesti.
Certo, per invertire il comportamento, e quindi raggiungere risultati di crescita, occorrerebbe un’Assemblea regionale in cui i componenti rinunciassero ai privilegi. Consiglieri-deputati con un’indennità non superiore a 5 mila euro al mese, più i rimborsi delle spese vive per soggiorno; dirigenti e dipendenti pagati quanto i loro colleghi della Lombardia o del Friuli, anch’essa Regione a Statuto speciale; pensionati con assegno proporzionato esclusivamente ai contributi versati.
Purtroppo, i consiglieri-deputati attuali sono in gran parte portatori di interessi clientelari e tutta l’Assemblea regionale ci costerà, nel 2015, 158 milioni contro i 66 della Lombardia.
Il bravo presidente, Giovanni Ardizzone, si lamenta che noi scriviamo questi dati, ma il nostro mestiere con la schiena dritta non ci può esimere dal fotografare la situazione reale al di fuori di inutili e fumose obiezioni, che vogliono giustificare inutilmente sprechi e privilegi dei quali dobbiamo abituarci a farne a meno. Ora, non domani!