Crisi in Sicilia, anche nel 2014 la regione è in regressione

La crisi in Sicilia si percepisce in modo sempre più acuto, infiacchisce l’economia e smentisce i più ottimisti, i quali, a dire il vero, diventano sempre meno e sempre meno convinti. I risparmi si assottigliano e la propensione alla spesa crolla. La possibilità di porre i prodotti Fineco confronto con quelli di CheBanca!, ING Direct, Mediolanum, aiuta la popolazione ad arginare un salasso inevitabile. Così i conti correnti si svuotano e, con essi, anche la fiducia.
 
A dare sostanza e fondamento al disagio è il Rapporto del servizio Statistica della Regione Sicilia, il quale ha evidenziato come anche l’anno appena archiviato – come i precedenti sei – sia stato caratterizzato da regressione e da una sistemica involuzione dell’economia siciliana. Il PIL siciliano perde un ulteriore 1,3% e smentisce le previsioni di nuova crescita avanzate nei mesi precedenti, confermando invece il trend di crisi in Sicilia. Una crisi che riguarda tutto e tutti, dalla disoccupazione alla quantità dei consumi, dal numero di nuove aziende al settore delle costruzioni e acuisce l’angoscia della cittadinanza.
 
Nel perido 2008 – 2013, la crisi in Sicilia si è legata indissolubilmente a un abbattimento dei consumi, precipatati del 2% l’anno e strettamente legati a un parallelo aumento della disoccupazione, che registra un +1,9% annuo, alla stregua del reddito disponibile, anche esso in netto calo (-1,9%). A dare linfa a un circolo vizioso e opprimente concorre anche la forte diminuzione del credito erogato, crollato del 5,9%. Vanno a picco anche gli investimenti, decurati nel periodo considerato del 6,8%. Ancora più allarmante il dato relativo al settore edile, che nel periodo 2008-2014 ha perso l’8,1% del proprio giro d’affari, una vera ecatombe.
 
Nel 2013, il tasso di disoccupazione siciliana ha toccato il 18,6%, con oltre 73 mila occupati persi in un solo anno (-5,3%). Dati ancora più allarmanti nelle ultime tre rilevazioni del 2014, secondo cui la disoccupazione raggiunge il 22,3% e registra un ulteriore incremento di 2,3 punti percentuali in meno di un anno. Prodotti industriali a picco nei primi sei mesi dell’anno appena concluso: sono pari all’11,8% le perdite del settore, con crolli impressionanti nei settori farmaceutico (-47,%) e chimico (-32,1%).
 
Sorride, se non altro, il comparto turistico, in crescita del 3,6% nel 2014 dopo la regressione dell’anno prima. In particolare, cresce nettamente il turismo nazionale (+9,1%); in lieve calo gli stranieri (-1,4%). Un altro sorriso lo strappa l’export, che nel 2013 ha segnato un aumento del 6,6% su base annua.