La più grande concentrazione di dipendenti pubblici si trova a Roma, sede di Quirinale, Senato e Camera, Governo e Ministeri, Regione Lazio, Roma capitale, nonché tutti gli uffici periferici delle Regioni, gli uffici dell’Unione europea e chi più ne ha più ne metta. Tutti questi dipendenti pubblici non hanno sentito neanche un briciolo di crisi, ma hanno chiesto, con tracotanza, gli aumenti stipendiali quando la maggioranza dei cittadini italiani ha sofferto pesantemente, in questi sette anni.
I nodi sono venuti al pettine, i privilegi di dirigenti e dipendenti pubblici sono sempre più evidenti, l’insofferenza dei cittadini verso questi 4,4 milioni di privilegiati è chiara e con essa la crescita dell’indignazione e dell’incazzatura.
È ora che si arrivi a una svolta, rappresentata dalla riforma della Pubblica amministrazione, in preparazione a cura del ministro Marianna Madia, che dovrebbe andare in approvazione al Consiglio dei ministri del prossimo 20 febbraio, secondo quanto ha comunicato il presidente del Consiglio.
Non abbiamo ancora la bozza di questa riforma, per cui indichiamo le linee-guida che essa dovrebbe contenere, se si vuole fare sul serio.
Una terza linea-guida riguarda il complesso di premi e sanzioni che devono bilanciarsi in modo da mettere in competizione tutti i dirigenti e i dipendenti pubblici per fare di più e meglio, con una selezione precisa che tenga a gratificare i migliori e a sanzionare i peggiori. Senza una graduatoria redatta in base al merito, non vi può essere un cambiamento radicale del funzionamento delle Pubbliche amministrazioni.
Una quarta linea-guida deve riguardare i dirigenti, che, proprio perchè tali, non possono avere il contratto a tempo indeterminato. Parificarli al settore privato significa che essi sono soggetti alla stipula di contratti che possono essere risolti dal datore di lavoro pubblico per inefficienza o inefficacia.
Una quinta linea-guida deve riguardare l’obbligo di ogni dirigente e dipendente pubblico di portare sui siti qualunque cosa facciano, tutti i loro compensi ed emolumenti e i procedimenti, in nome del diritto dei cittadini di sapere quello che si fa nei palazzi.
Auguri, Renzi e Madia.