Nel Nord-Italia e in Europa, il problema è stato risolto da tempo mediante l’insediamento di centinaia di industrie per la produzione di energia a base di Rsu. Nel Centro-Sud, invece, nemmeno l’ombra di questi impianti, salvo rare eccezioni. Eppure quelli di ultima generazione sono pressoché vicini all’impatto ambientale zero e recuperano tante materie prime tra cui vetro, legno, plastica e cellulosa.
Fra l’altro, gli impianti di ultima generazione sono talmente silenziosi ed inodori che sembrano delle cliniche sanitarie. Andate a Giubiasco (Bellinzona – CH) a visitarne uno con le siffatte caratteristiche.
Un altro grande impianto analogo, costruito da un gruppo italiano (Green Sky) sulle rive del Tamigi, entrerà in funzione alla fine del 2016 e utilizzerà come carburante 500 mila tonnellate di rifiuti prodotti da Londra.
Non si capisce perché con impianti di questo tipo, ma più piccoli e frazionati nel territorio, appunto le aree industriali, non si possano smaltire i 2,2 mln di tonnellate di rifiuti che si producono in Sicilia ogni anno. Oppure ce li mangiamo a cena.
Nessuno ci venga a raccontare che le industrie Rsu di ultima generazione da noi prospettate inquinano più degli autobus o del riscaldamento domestico. Non parliamo dell’inquinamento delle centrali elettriche termiche (cioè a base di petrolio) e neanche dei tre poli ove si raffina il greggio che inquina mezza Sicilia.
Ai falsi ambientalisti siciliani, di solito nostalgici idelogi del marxismo e leninismo, vorremo chiedere come mai i loro colleghi tedeschi, norvegesi, svedesi e del Nord-Italia non hanno avuto alcunché da obiettare all’insediamento delle industrie Rsu.
Se la Sicilia dovesse seguire gli ignoranti e gli stupidi, declinerebbe ancora. Siccome gli ignoranti e gli stupidi, nonché i parassiti, sino ad oggi hanno gestito la Cosa pubblica nell’Isola, ci troviamo in fondo alla graduatoria delle regioni europee e di quelle italiane secondo gli studi e le classifiche pubblicate da quotidiani nazionali e da riviste del Vecchio continente.
Non è mai troppo tardi chiedere al presidente della Regione di attivarsi immediatamente e di pubblicare i bandi. Se non lo facesse dimostrerebbe incapacità o malafede.