Il fotovoltaico domestico conviene soprattutto se c’è l’accumulo

CATANIA – Grazie alla diminuzione dei prezzi degli impianti fotovoltaici, anche quelli di piccola taglia, l’energia fotovoltaica è ancora conveniente alle detrazioni fiscali del 50% per gli impianti residenziali, estesi fino al 31 dicembre 2015, e al meccanismo compensativo dello “scambio sul posto”.
Lo può essere ancora di più se si abbina all’impianto fotovoltaico un opportuno sistema di accumulo che, incrementando la quota di energia elettrica auto consumata, determina subito una riduzione della bolletta di energia elettrica.
Oggi il quadro regolatorio è finalmente chiaro dopo la recente pubblicazione della delibera dell’Autorità per l’energia, il gas e il sistema idrico, che ha chiarito quando l’accumulo si può adottare. La sola condizione posta è che le batterie elettriche non devono assolutamente immettere energia in rete. Ciò vale anche per gli impianti già realizzati che usufruiscono degli incentivi del secondo, del terzo e del quarto Conto Energia. Unica eccezione riguarda gli impianti che sono stati incentivati con il primo Conto Energia, cioè quelli allacciati in rete tra il 2005 e il 2007, i quali altrimenti perderebbero il diritto alla tariffa incentivante.
Il funzionamento di un impianto fotovoltaico con accumulo è il seguente: durante il giorno l’impianto produce energia elettrica, parte è istantaneamente consumata, parte – quella in eccesso – è immagazzinata per essere utilizzata nelle ore serali, evitando così di acquistare energia dalla rete che, per i clienti residenziali, costa circa 0,19 euro/kWh. Così facendo, si riduce l’importo della bolletta che negli anni compenserà il maggior costo dell’accumulo.
Mediamente, con un autoconsumo del 70%, il costo di un impianto fotovoltaico da 3 kWp con batterie di accumulo di 4kWh, realizzato beneficiando delle detrazioni fiscali, è ammortizzato in circa nove anni.
Occorre rilevare che la quantità di energia elettrica che bisogna accumulare dipende dal consumo totale di energia elettrica. Ad esempio, per un fabbisogno medio annuale di 3000 kWh (consumo medio di una famiglia) corrisponde un consumo giornaliero di circa 8 kWh/giorno. Considerando che i consumi di una famiglia avvengono per il 50-70% nelle ore serali, è necessario un accumulo di almeno 4 kWh. Quanto alle batterie, si possono utilizzare le tradizionali quelle al piombo-gel e le batterie agli ioni di litio, più costose ma che hanno una maggiore durata (circa 10 anni rispetto ai 4 delle batterie al piombo) e una migliore efficienza.
Con i prezzi attuali l’adozione di un sistema di accumulo quasi raddoppia il costo di un impianto fotovoltaico. Per un impianto da 3 kWp con batteria al piombo-gel da 4 kWh si può spendere attorno ai 13 mila euro (prezzo chiavi in mano e Iva compresa). Scostamenti da tale prezzo dipendono principalmente dalla radiazione solare disponibile e dalla tipologia d’installazione.
Infine, rileviamo che gli impianti fotovoltaici di potenza di picco minore di 20 kW sono esonerati dal pagamento in bolletta degli oneri di sistema sull’energia autoconsumata.