La GdF ha istituito il numero 117 a cui ogni cittadino può effettuare segnalazioni sul tenore di vita di altri cittadini che magari non hanno dichiarato redditi adeguati. Sbirciando nel sito di un capoluogo isolano abbiamo visto che c’è un consigliere comunale che ha dichiarato nel 2014, per l’anno 2013, l’enorme reddito di 6.500 euro.
Mascherata sotto la privacy, l’autorità competente ha di fatto negato la pubblicazione degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi. Non si capisce quale violazione vi possa essere se viene pubblicato, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, comune per comune, il reddito complessivo delle persone fisiche: nome, cognome, importo. Io sarei onorato di trovarmi in quell’elenco.
Peraltro, tutti coloro che rivestono funzioni pubbliche o politiche hanno già depositato la loro dichiarazione dei redditi e l’elenco delle proprietà. A tutti costoro non è successo nulla.
Il cittadino che volesse sapere quale sia stato il reddito complessivo dichiarato da un parlamentare nazionale, o consigliere regionale e locale non ha che da andare sul sito dell’ente.
Si stima che le imposte non incassate dallo Stato superino i 100 mld l’anno. Di essi l’Agenzia delle Entrate riesce a portarne a casa 13 o 14. Ciò significa che più di otto decimi dell’evasione rimane nascosta. Se lo Stato riuscisse ad incassare l’ottantina di miliardi mancanti, potrebbe destinarli ad investimenti ed infrastrutture e con ciò creare 80.000 posti di lavoro.
Naturalmente la lotta all’evasione e il reperimento dei tributi non pagati non deve costituire un alibi per foraggiare gli sprechi ed il clientelismo diffuso nella Cosa pubblica. Una saggia gestione delle risorse disponibili dovrebbe comportare un equilibrio fra entrate ed uscite, in modo che queste ultime siano utilizzate al meglio per produrre i servizi di cui hanno bisogno i cittadini.
Invitiamo tutti i nostri lettori ad evitare di guardare solo dentro il proprio uscio perché così facendo non aiutano la collettività a crescere. Essa può crescere solo se si diffonde il principio che tutti debbano dare in funzione di quanto prendono e che nessuno, ma proprio nessuno, si possa sottrarre al proprio dovere di contribuire alle spese dello Stato, spese, però, molto oculate.