Fra i cittadini ve ne è una parte minore che ha, però, maggiore responsabilità: quella che compone la Classe dirigente. Essa, per sua funzione, ha il compito di portare al traino il resto della popolazione verso la civiltà, lo sviluppo e la crescita. Si tratta di un dovere imprescindibile al quale la Classe dirigente non deve venir meno.
Ma quando di fronte alle iniquità, all’evasione, alla disfunzione delle istituzioni, all’anarchia della burocrazia, alla criminalità organizzata ed alla corruzione fa orecchie da mercante quella classe non è più dirigente, ma trainata, cioè un peso per tutta la collettività.
Chi ha maggiori responsabilità non può nascondersi dietro l’anonimato, non può celarsi dietro i propri problemi. Deve occupare una parte del proprio tempo e delle proprie risorse per l’aiuto alle istituzioni, affinché esse funzionino adeguatamente.
Chi è riuscito a scalare una porzione dell’edificio sociale, ma anche chi ha ricevuto in eredità tale funzione, ha il compito di fare la propria parte senza tirare indietro la manina per evitare di bruciarsela.
Cosa dovrebbe fare la Classe dirigente per essere conforme ai propri compiti? Occuparsi del buon funzionamento delle istituzioni e della burocrazia, non preoccupandosi di eventuali ritorsioni.
In questi giorni è uscito nelle librerie il libro n. 25 della mia collana dal titolo “AAA cercasi Classe dirigente”. Ho voluto ulteriormente evidenziare il compito di chi ha maggiore responsabilità nella società. Ho voluto anche evidenziare che il silenzio danneggia tutti, anche chi sta in silenzio.
In Sicilia, l’omertà generalizzata ha portato questo popolo in una condizione disastrosa. è ora che si elevi alta e forte la voce della Classe dirigente la quale è chiamata a raccolta dalla Campagna etica lanciata dal QdS e sintetizzata in due parole: Risorgimento Sicilia.
Chiarisco ancora che non si tratta della denominazione di un partito, ma un simbolo che deve servire da traino ad un’indispensabile ripresa, per uscire dal ghetto della rassegnazione e dell’incultura nella quale ci ha cacciato un ceto politico e burocratico di infimo ordine.
Rimbocchiamoci le maniche, tutti, nessuno escluso. Cè urgenza di un’azione corale, sinergica che faccia sistema, per affondare questi partitocrati e sostituirli con uomini e donne di prestigio che hanno dimostrato capacità ed onestà con cui far risorgere la Sicilia.