Perfino la canzone esalta il silenzio. La voce del silenzio, un ossimoro, di Paolo Limiti, portata al successo da Mina. Il silenzio parla, si esprime, va capito perché costringe a pensare quale possa essere il suo significato.
Quanto scriviamo non vuole essere l’esaltazione di chi non parla, ma la sottolineatura che fra il parlare a vanvera e tacere, è meglio quest’ultimo comportamento.
Scegliere le parole ad una ad una, comporle in frasi concise e poco aggettivate, comunicare concetti e non catene di parole, è un modo colto di esprimersi, anche per evitare di tediare inutilmente i propri interlocutori.
Ognuno di noi, quando va a scuola, studia la lingua, con le sue sfaccettature, studia grammatica e sintassi, dovrebbe avere una particolare cura alla punteggiatura, come insegna Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura nel 1934. Ognuno deve seguire le regole, ma si può molto personalizzare, per far capire meglio a chi legge il senso della comunicazione scritta.
Pensare bene quello che si vuol dire e usare parole che usino come vestito il concetto che si vuole esprimere. Esprimersi per concetti e non per parole è un modo efficace di comunicazione ed anche un segno di rispetto nei confronti di chi ascolta.
Purtroppo l’attuale comunicazione attraverso i mass media non tiene conto di quanto precede. Ognuno dei comunicatori parla, parla e parla, anche su testi che altri hanno preparato. Spesso le parole non aiutano a pensare, né aiutano a capire. Spesso le parole aiutano a confonderci.
Se la confusione è creata ad arte, proviene da un comportamento in malafede. Se la confusione si genera senza scopi malefici, è frutto di ignoranza. In un caso o nell’altro, noi non abbiamo bisogno di confusione, ma di chiarezza e di nitidezza perché, ripetiamo, dobbiamo essere ansiosi di capire e di incamerare conoscenza che ci aiuti a capire.
Per fare, bisogna sapere; è proprio il sapere la più grande ricchezza che esista al mondo. Il vero patrimonio che ognuno di noi acquisisce è proprio questo: il sapere, che deve essere effettivo e non inquinato, in modo che ci consenta di regolarci adeguatamente, per evitare comportamenti negativi che creano danno agli altri ed a noi stessi. Serve la riflessione che ci aiuti in questa direzione. Poveri gli ignoranti!