PALERMO – A distanza di oltre due anni dall’inizio della legislatura regionale e del conseguente annuncio, è possibile toccare con mano i risultati dell’iniziativa del Movimento Cinque Stelle in favore di alcune piccole imprese siciliane bisognose di credito per potere alimentare l’attività. Attraverso la rinuncia a parte dello stipendio dei deputati all’Ars, il M5S ha potuto finanziare, con il fondo del microcredito, 23 aziende per un totale di 555 mila euro erogati.
I deputati regionali del Movimento Cinque Stelle ieri mattina hanno presentato all’Ars il resoconto del progetto per la creazione di un fondo di microcredito alle aziende, alimentato proprio con parte delle indennità di carica parlamentare.
“È una goccia di benzina nelle taniche a secco dell’economia isolana – hanno detto – ma è soprattutto una risposta all’immobilismo di un governo che ha abbandonato le imprese al loro destino. Se l’esecutivo avesse voluto seguire il nostro modello di sviluppo, avrebbe potuto attivare grosse fette di fondi comunitari che purtroppo rimangono congelati per le difficoltà delle imprese a fornire idonee garanzie”.
Le somme messe a disposizione dei deputati del M5S servono come garanzia per l’erogazione di fondi Jeremie e dei capitali messi a disposizione da Banca etica, per un totale di circa tre milioni di euro disponibili.
“Ad eccezione di Ragusa – proseguono i deputati – tutte le province siciliane sono rappresentate nella prima tranche di finanziamenti, con aziende che operano nei più svariati settori: dall’agroalimentare all’informatica, passando per le produzioni biologiche e per i beni culturali”.
Le somme erogate vanno da 5mila a 25mila euro a tassi fortemente agevolati (dal 2 al 4% circa). I partner dell’operazione sono Banca etica, Impact hub Sicilia e la fondazione Comunità di Messina onlus, che si occupano della gestione del fondo e della selezione delle domande di credito.
Tra le aziende che hanno usufruito del fondo microcredito istituito dal Movimento Cinque Stelle, con una parte degli stipendi dei deputati dell’Ars, c’è anche la Birra Messina. I dipendenti della storica azienda, messa in ginocchio dalla crisi, hanno infatti deciso di tenere in vita il marchio e di continuare la produzione grazie a una micro-ricapitalizzazione di 25mila euro che servirà come garanzia per accedere a più cospicui finanziamenti.
“Quella della Birra Messina – ha spiegato Giorgio Ciaccio, deputato regionale M5S – è solo una delle 23 imprese che abbiamo finanziato, ma è un nostro grande orgoglio per abbiamo permesso a un’azienda storica di rivivere”.
Le domande che sono arrivate per accedere al fondo microcredito sono state 4.750, ma molte non sono risultate inadeguate perché incomplete o carenti. “Questo a dimostrazione – ha concluso Ciaccio – di una grave carenza di cultura d’impresa nella nostra isola”.