Infatti, basta andare a pescare il dato al momento dell’entrata in circolazione dell’euro (1 gennaio 2002), il rapporto fra euro e dollaro era 0,87. Significava che ci volevano circa 1,10 euro per comprare un dollaro. L’esatto contrario dell’attuale cambio. Tuttavia, se paragoniamo il dato con quello di qualche anno fa, quando ci volevano quasi 1,4 dollari per comprare un euro, la situazione è molto migliorata.
La quarta condizione riguarda il forte aumento delle esportazioni, come conseguenza del minore costo dell’energia e del minore valore dell’euro.
Vi è una quinta condizione, che riguarda il lavoro: la neutralizzazione dello stesso ai fini del calcolo dell’Irap, con la conseguenza che sarà deducibile, con un risparmio per le finanze delle imprese. Su questa operazione, lo Stato ha tagliato oltre 6 miliardi di entrate tributarie.
Ve n’è una sesta: la riforma del lavoro e la decontribuzione per ogni nuovo assunto con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, pari a 24.180 euro nei primi tre anni del rapporto.
In questo quadro positivo, la nostra regione non ci si trova. Il dato che lo dimostra è il -2,4% del Pil 2014, contro un -0,2% della media nazionale e un +2,4% delle regioni del Nord.
In una situazione socio-economica drammatica com’è nell’Isola, il ceto politico e burocratico non ha avuto capacità e forza di prendere provvedimenti choc, atti a ribaltarla. è facile prevedere che anche quest’anno il Pil retrocederà, anziché crescere.
Ecco perché siamo convinti che l’attuale Giunta e gli inquilini dell’Assemblea regionale siano destinati a togliere il disturbo col prossimo 30 aprile. Non saranno capaci di approntare la legge Finanziaria 2015, con le opportune risorse da destinare a crescita e occupazione, perché i legami con i clientes li costringeranno a perseguire lo scellerato andamento che ha rovinato la Sicilia in questi ultimi vent’anni.
Nell’inchiesta pubblicata giovedì scorso, abbiamo elencato 154 mila stipendiati che costano 6,4 mld. I contribuenti siciliani sono stufi di alimentare parassiti e corrotti. Fra essi, però, più della metà fra dipendenti e dirigenti sono onesti e capaci . Occorre premiarli.