Catania – Società partecipate, ipotesi di fusione tra Amt e Sostare

CATANIA – Sono tante, sette le principali, e alcune hanno urgente bisogno di riorganizzazione, soprattutto considerate le perdite nei bilanci che gravano direttamente su quello di Palazzo degli Elefanti. Sono le aziende partecipate del Comune di Catania intorno alle quali, da tempo, si è acceso un ampio dibattito in attesa che la Giunta comunale esiti il Piano per la riorganizzazione di tutte le società che lavorano per il Comune.
Dopo che l’attuale amministrazione ha sospeso il Piano di riordino approvato dal Consiglio comunale sul finire del 2012, infatti, nulla si è più saputo delle intenzioni di Palazzo degli Elefanti in relazione alle ex municipalizzate, alcune in buono stato di salute e altre, invece, in perdita da anni.
Eccetto per quanto affermato in diverse occasioni dall’assessore al Bilancio del Comune di Catania, Giuseppe Girlando, che l’atto predisposto dall’amministrazione verrà presto portato in Consiglio comunale. Quantificare i tempi sembra, però, difficile. Come conferma il presidente della commissione consiliare permanente alle Partecipate, Michele Failla, esponente di Con Bianco per Catania.
“La prossima settimana incontreremo l’assessore Girlando – spiega il presidente della seconda commissione – per avere qualche risposta, dato che al momento certezze non ce ne sono. Noi, come commissione, stiamo facendo un lavoro preparatorio – aggiunge – in modo da indicare alcune azioni da inserire nel documento che predisporrà la Giunta, volte a impedire sprechi e, in generale, a evitare gli errori del passato”.
I consiglieri predisporranno, con molta probabilità, un documento ufficiale ma, nell’attesa di vedere il Piano di riordino, stanno analizzando le situazioni particolari di ogni società, con particolare attenzione ai bilanci.
Sembra siano numerosi gli input inviati dai cittadini e dagli altri consiglieri comunali, come quello, lanciato dal gruppo di Sicilia democratica, di fondere Sostare e Amt per ottenere risparmi concreti e, nello stesso tempo, efficienza.
“Le sollecitazioni sono tante e la materia ostica – continua Failla. Inoltre – prosegue – ci sono alcuni aspetti sui quali abbiamo chiesto di vedere chiaro, come ad esempio il compenso che spetta al collegio dei revisori delle società. In Sidra pesa per 116.700 euro, cifra che corrisponde al doppio della media del compenso previsto per altre aziende”.
L’ultima parola, in ogni caso, spetterà al Consiglio comunale che, in occasione dell’approvazione del Piano nel 2012 diede vera e propria battaglia. Scena che, con molta facilità, si ripeterà non appena il documento della Giunta sarà discusso dall’assemblea.