PORTO EMPEDOCLE – Si è tenuta ieri mattina presso la centrale elettrica empedoclina, l’inaugurazione del nuovo impianto a turbogas che ha permesso la riconversione di uno dei due gruppi preesistenti ad olio combustibile. Una notizia assolutamente positiva, perché ha permesso una netta diminuzione delle emissioni atmosferiche ed ha fatto sì che lo stabilimento per la produzione di energia elettrica possa rimanere attivo per un periodo che si stima di almeno altri 25 anni.
Presenti alla cerimonia, oltre al prefetto di Agrigento Nicola Diomede, al neo cardinale Francesco Montenegro ed al sindaco Calogero Firetto, anche le massime autorità civili e militari nonché i dirigenti di primo piano di Enel, quali il responsabile Generazione Italia, Giuseppe Molina, ed Enrico Viale, responsabile Globale Generazione. Quest’ultimo a capo della produzione mondiale di Enel ha voluto precisare quale sia la posizione dell’azienda sulla realizzazione o meno del rigassificatore empedoclino.
"È una decisione di politica economica che si deve cristallizzare per capire se questo rigassificatore ha una valenza strategica nell’economia italiana o no – ha spiegato il manager di Enel –. Io ritengo che ce l’abbia. Infatti la sicurezza energetica è fondamentale, soprattutto in considerazione che molti di questi paesi da dove oggi l’Italia si approvvigiona vivono crisi internazionali molto serie, basti vedere la Libia o l’Ucraina. Il Paese deve esprimersi assicurando il fatto che chi fa l’investimento, poi avrà un ritorno per questa disponibilità e quindi se sarà messo in condizioni di poter avere un mercato futuro. Gli investimenti si possono fare, ma quando ci sono prospettive certe. Per il resto è chiaro che il rigassificatore dà al Paese, un’opzione in più che garantisce una libertà energetica nel senso che così si può decidere da dove approvvigionarsi in tempi rapidi”.
Enrico Viale ha anche spiegato come ci siano altri rigassificatori più piccoli che agiscono direttamente in mare, ma che essendo in balìa delle condizioni atmosferiche, sono per questo meno affidabili anche sul piano della sicurezza.
La palla sul rigassificatore di Porto Empedocle torna quindi al Governo romano che dovrà decidere sulle scelte da fare di natura strategica nel campo energetico. Scelte sicuramente difficili, vista la complicata situazione internazionale che vede la più totale instabilità in Libia o conflitti bellici come quelli in Ucraina tra europeisti e filorussi.
Per Enel quell’investimento varrebbe 600 milioni di euro, figlio di un lunghissimo iter autorizzativo e battaglie combattute nelle aule di tribunale contro il vicino Comune di Agrigento ed altre associazioni che hanno sempre osteggiato tale progetto.
Mentre per il sindaco empedoclino Calogero Firetto e molto probabilmente candidato alla corsa di primo cittadino agrigentino il rigassificatore è ormai da considerare semplicemente “un’occasione persa di sviluppo per il nostro territorio”.
Il tutto mentre l’area portuale, già nelle mani di Enel, certamente strategica per la città empedoclina, resta senza una sua utilizzazione per l’economia della provincia. Un’economia sempre più depressa, come costantemente denunciato dalle organizzazioni sindacali che prendono atto della ripresa dell’emigrazione verso i Paesi del Nord Europa, da parte dei nostri operai oltre che dai nostri giovani laureati.
Il nuovo impianto costato 80 mln a marzo sarà pienamente operativo
La centrale Enel di Porto Empedocle è salva: il rischio di chiusura è stato cancellato dal nuovo gruppo turbogas inaugurato ieri dopo circa un anno dall’inizio dell’intervento e 350 mila ore di lavoro. Venticinque le imprese – per il 90% siciliane – coinvolte; 250 le persone, il 30% locali e il 10% agrigentine, con un investimento di 80 milioni di euro per il progetto di adeguamento impiantistico e ambientale. “A marzo l’impianto sarà pienamente operativo – ha annunciato il direttore Generazione Globale di Enel Enrico Viale -. Si produrrà energia con un impatto ambientale bassissimo”. Il nuovo impianto è costituito da un turbogas di 80 MW, alimentato a metano. Porto Empedocle dice addio all’olio combustibile denso. “Una delle due unità, costruite negli anni Sessanta – ha aggiunto Viale – sarà dismessa e sostituita con questa a turbogas. L’altra rimarrà per assicurare la produzione in caso di chiusura per manutenzione del nuovo gruppo”. L’Enel ha mantenuto i livelli occupazionali: saranno 45 le persone che lavoreranno stabilmente all’impianto quando andrà a regime, più 20, 30 dell’indotto. “E’ un momento importante non soltanto per Porto Empedocle, ma per tutto il territorio”, ha detto il prefetto di Agrigento Nicola Diomede.