La Troika ha concesso i sette miliardi richiesti per quattro mesi, a condizione che il governo greco facesse una serie di riforme e s’impegnasse ad adeguare il proprio bilancio per avere il via libera. E così è stato.
Andando ai fatti, è ripreso quel processo di risanamento delle finanze greche che passa attraverso un riequilibrio e l’inizio di una minima equità nella popolazione.
La ricchezza è concentrata nel 5 per cento dei cittadini. Una certa parte sopravvive, ma oltre la metà è in condizioni di povertà. Per cui s’impongono sacrifici a chi possiede cospicui patrimoni e qualche misura per sostenere i poveri. Non è accettabile il privilegio degli armatori greci che non pagano tasse, perché minacciano di portare le loro flotte in altri Paesi. Ma in altri Paesi si pagano le tasse.Quindi la minaccia è un bluff.
Giusto anche l’impegno che il governo greco ha assunto nei confronti della Troika di tassare i grandi patrimoni e di attivare finalmente una vera lotta all’evasione e, soprattutto, al contrabbando di carburanti e sigarette. è incredibile che in uno dei 28 Stati dell’Unione vi sia questa delinquenza diffusa. Il flusso dei carburanti è facilmente controllabile.
La Troika, dunque, manterrà una vigilanza stretta sul comportamento del governo greco, tanto è vero che i suoi ispettori continuano a restare in Atene, condizione senza la quale l’ulteriore prestito prima indicato non sarebbe stato concesso.
Quel Paese ha tradizioni culturali immense, anche se non produce manufatti. La sua vera ricchezza è il turismo, la capacità di ospitare gli stranieri e di offrire loro buoni servizi.
Senza volere fare paragoni inutili, la situazione greca è come quella della Sicilia, ricca di tante meraviglie, ma in cui i siciliani sono poveri, per effetto di un’altrettanta scadente classe politica e burocratica che l’ha rovinata.
Emarginati i politicastri democristiani e socialisti, la svolta di Tsipras – un giovane ingegnere con le idee chiare, ma con il difetto di proclamarsi di sinistra estrema e non riformista – è una scommessa che va sostenuta a livello internazionale. Se egli seguirà l’esempio di Matteo Renzi, facendo una serie di riforme contro i privilegiati, avrà buone chances di riportare il suo Paese sulla retta via.