Tuttavia, ciò che un privato cittadino fa dentro le proprie mura non deve riguardare l’opinione pubblica, anche se chi ha responsabilità istituzionali non deve avere scheletri negli armadi e godere di un prestigio fondato sulla dignità e sull’onore.
Il processo Ruby, con la sentenza definitiva della Cassazione, ha confermato che i reati a lui attribuiti (concussione e prostituzione minorile) non esistevano. Quello che conta nei processi è la verità portata da prove inoppugnabili e da testimonianze che sostengono in modo completo e decisivo un impianto accusatorio.
Diceva Michele Emiliano – valente magistrato, nonché ex sindaco di Bari e attuale candidato Pd alla presidenza della Regione Puglia – che ha sempre insegnato agli uditori a lui affidati, che l’accusa dev’essere sempre solida. Ma quando non lo è il Pm ha l’obbligo di chiedere al Gip l’archiviazione delle accuse a carico dell’indagato.
In questo processo, la Corte d’Appello di Milano e la Cassazione hanno sancito la debolezza dell’impianto accusatorio di quella Procura.
Non vi è dubbio che la Corte di Cassazione emette sentenze che vanno attuate senza alcuna considerazione. Entrambe, di segno opposto, non si discutono. Semmai resta il dubbio dell’applicazione della Legge Severino retroattivamente, il cui caso è ancora aperto di fronte alla Corte di giustizia europea.
Sulla questione, vi sono due casi eclatanti che il Tar ha ribaltato: quello dell’ex pm Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, dichiarato decaduto e prontamente reimmesso nel ruolo; e l’altro di Vincenzo De Luca – ex sindaco di Salerno, ex sottosegretario del Governo Letta e candidato alla presidenza della Regione Campania, scelto dalle primarie del Pd col 52 per cento delle preferenze – il quale ha dichiarato che, non appena eletto e conseguentemente dichiarato decaduto in base alla Legge Severino, proporrà immediato ricorso al Tar, il quale, per analogia, lo reimmetterà nell’incarico.
Da quanto precede, sarà opportuno che la questione della retroattività della Legge citata sia risolta dalla Corte costituzionale una volta per tutte, per evitare questa perniciosa altalena e l’incertezza del diritto.