Rifiuti, in Sicilia cinque anni per niente

PALERMO – In Sicilia non ogni movimento è bandito. La conferma è giunta nei giorni scorsi dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti che proprio nell’Isola ha tenuto una serie di audizioni, che hanno fatto seguito agli incontri romani con assessori ed ex assessori del ramo, in attesa della tappa conclusiva in cui si verificheranno lo stato dei siti industriali e la condizione delle bonifiche. Non è la prima volta che la Commissione si reca nell’Isola per approfondire i lati oscuri del mondo dei rifiuti, l’ultima volta è avvenuto cinque anni fa e da allora non molto è cambiato.
Probabilmente non è tanto “l’emergenza rifiuti imminente” a preoccupare, così come denunciato da Alessandro Bratti (Pd) nel corso delle audizioni che si sono tenute a Trapani, ma “la situazione generale che rispetto al 2010, anno dell’ultima inchiesta sul ciclo dei rifiuti (la commissione presieduta da Pecorella, ndr), non abbiamo trovato miglioramenti”.
Nei primi tre giorni la delegazione è stata di stanza alla Prefettura di Catania dove “ha analizzato diverse inchieste delle procure ordinarie – si legge in un comunicato della Commissione – e delle direzioni distrettuali antimafia che hanno confermato il pericolo – importante ed attuale – dell’infiltrazione mafiosa nell’intero ciclo dei rifiuti, mercato che in Sicilia ha un valore economico di rilievo”. I segnali raccolti dalla commissione sono considerati “preoccupanti” e “mostrano un quadro che richiede una fortissima attenzione, anche sul fronte della lotta alla corruzione, strada maestra percorsa dalla mafia per il controllo delle attività economiche chiave come la gestione dei rifiuti e il ciclo delle acque”.
Un quadro che lascia emergere un clima intimidatorio nei confronti degli amministratori – ben sei sindaci dei comuni etnei coinvolti per questioni relative agli appalti per la gestione dei rifiuti – e un sistema gravato da pesanti criticità come “conseguenza della scelta delle discariche come unico sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani, condotte, nella quasi esclusività dei casi, da privati, opzione che si accompagna con la sostanziale assenza della raccolta differenziata, con un grave danno ambientale ed economico”. Rilievi già segnalati nel corso delle audizioni romane dell’ex assessore Nicolò Marino e dell’attuale Vania Contrafatto.
Emblematico il racconto del presidente Bratti che ha riferito la testimonianza di alcuni sindaci relativa alle gare di spazzamento e igiene pubblica nelle quali “partecipano solo una azienda o al massimo due, ma quasi sempre una, che cambia di volta in volta, ciò fa capire che c’è un sistema economico forse fortemente condizionato da infiltrazioni della malavita organizzata, così come gli aspetti corruttivi legati alla gestione private di alcune grandi discariche meritano un ulteriore approfondimento, come si sta assolutamente facendo”.
La Commissione ha evidenziato “una situazione sicuramente di grave crisi, di grande problematicità da tanti punti di vista sua per ciò che concerne la gestione, e quindi i diversi livelli amministrativi, e la mancanza di una pianificazione coerente e costante, che dal 2000 ad oggi di fatto non ha dato nessun tipo di risultato se non creare dei problemi enormi”.
Nel mirino ci sono anche le Ato, la cui liquidazione era stata prevista con la l.r. 9/2010 varata durante il governo Lombardo, eppure ancora inapplicata.
 


Nicola Cristaldi: “Sulla gestione a Mazara indaghi la Procura”
 
MAZARA DEL VALLO – “Ho dato disposizioni di pagare quanto maturato nel 2015 relativamente alle fatture emesse dall’Ato Belice per il servizio di raccolta rifiuti”. Lo ha detto il Sindaco di Mazara del Vallo Nicola Cristaldi. “L’ho fatto solo per dare la possibilità di erogare – aggiunge – gli stipendi al personale dell’Ato ma non posso fare a meno di definire vergognosa la gestione della raccolta dei rifiuti a Mazara del Vallo”. “Roba da Procura della Repubblica che sarà da noi interessata perché non possiamo più tollerare una situazione del genere. – annuncia – Non sappiamo nemmeno dove portare i rifiuti nel caso volessimo provvedere direttamente come Comune, stante che la discarica dovrebbe essere individuata dalla stessa Regione. È una situazione figlia della incapacità e della strafottenza di chi si trova a gestire il delicato sistema dei rifiuti in Sicilia”.