PALERMO – Ritorna nell’agenda politica la legge sui benefici fiscali per le imprese che investono o creano sviluppo. La commissione Bilancio dell’Ars oggi, e probabilmente anche in settimana, si dovrebbe occupare del via libera della Commissione europea al disegno di legge 239-182 sui crediti di imposta, prima di inviare il testo in aula. I tempi dovrebbero essere brevi.
“Il disegno di legge, originariamente presentato dal Governo – spiega il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona (Udc) – è stato approfonditamente discusso ed emendato dalla commissione con il supporto del dipartimento Finanze e credito della Regione e del direttore pro-tempore Benedetto Mineo con un apposito gruppo di lavoro. Una volta trasmesso all’Assemblea, alla Commissione ed approvato in aula, potrà immediatamente entrare in vigore, avendo già superato il controllo comunitario”.
Il progetto di legge è finalizzato a concedere alle imprese, “soprattutto piccole e medie che effettuano nuovi investimenti in Sicilia o adottano strumenti per la crescita dimensionale, un beneficio fiscale nella forma del credito d’imposta – aggiunge Savona – Grazie all’intesa con l’Agenzia delle entrate il beneficio è applicabile, in tempi certi e rapidi, entro 30 giorni dalla presentazione telematica dell’istanza di concessione”.
Il nulla osta della Commissione europea è arrivato dopo una lunga istruttoria.
La commissione Bilancio ha approvato e licenziato il testo lo scorso novembre. Relatore in aula sarà il vicepresidente Nino D’Asero (Pdl).
“Il disegno di legge è l’efficace risposta della politica alla domanda di crescita imprenditoriale che si presenta sul mercato, con l’obiettivo della Sicilia protagonista – afferma il vicepresidente D’Asero – Contiene un regime di aiuti dichiarato compatibile con il trattato Ce dalla Commissione europea; ora si tratta di procedere speditamente verso la sua approvazione definitiva, affinché vengano utilizzate le risorse comunitarie che di fatto danno copertura finanziaria alle legge. Siamo disponibili a piccole modifiche che non stravolgano la norma, al fine di assicurare agli imprenditori la rapida ricaduta dei benefici”. In caso di consistenti modifiche, il testo tornerebbe a Bruxelles allungando i tempi d’approvazione.