Sembra banale l’affermazione che dipendenti e pensionati regionali debbano avere un trattamento uguale a quello degli statali, perdendo ovviamente quelle cifre addizionali frutto di privilegi decennali. In altre parole, dirigenti e dipendenti regionali devono dismettere i panni dei privilegiati per indossare correttamente quelli dei loro colleghi statali, imparando a servire i siciliani.
C’è poi tutto l’universo di precari che non possono essere assunti non avendo superato il concorso, per cui debbono restare in stand by in attesa che tali concorsi vengano banditi e, se saranno capaci, li dovranno superare.
A riguardo ricordiamo la sentenza della Consulta n. 37/15 che ha dichiarato illegittime tre leggi mediante le quali l’Agenzia delle Entrate aveva assunto 1.200 dipendenti che non avevano fatto il concorso.
Per analogia tutte le leggi nazionali e regionali che prevedono l’assunzione di dipendenti e dirigenti senza concorso, saranno dichiarate illegittime via via che qualche Tribunale le sottoporrà al vaglio della Corte Costituzionale.
La questione è lampante, chi cerca di pestare l’acqua nel mortaio è in malafede. Solo un bilancio che tagli i privilegi potrà essere approvato.
Da oggi è cominciato il conto alla rovescia, rispetto al prossimo 30 aprile, ultimo giorno in cui potrà essere approvata la legge di stabilità insieme al bilancio 2015. Oggi siamo a meno 28.
Non sappiamo se i presidenti di Regione e Assemblea regionale riusciranno a fare quadrare il cerchio, cioè a tagliare delle spese clientelari e superflue del bilancio regionale per rientrare nei parametri che ha imposto il Governo, senza di che non sborserà un solo euro.
Sapranno, i nostri eroi, essere capaci di tanto ardore? Vedremo. Ma intanto il tempo trascorre e non si vede la luce oltre il tunnel; anzi c’è una luce: un semaforo rosso.
Se non ce la faranno, scatterà la tagliola dell’articolo 8 dello Statuto con la nomina dei tre commissari dal Parlamento, che indiranno le elezioni entro tre mesi.
In quel caso, i siciliani danneggiati (stragrande maggioranza) dovranno scegliere tra i candidati presidente e consiglieri-deputati regionali fuori dai rituali politicanti, per avere la possibilità di mettere la Sicilia sulla strada dello sviluppo e della nuova occupazione.