Riforma del Codice antimafia. Agenzia beni confiscati a Roma

ROMA – Il Codice antimafia, del 2011, “è stato ritenuto da subito carente sotto molti profili” e comunque nella parte delle misure di prevenzione. Lo ha detto Giuliana Merola, magistrato e consulente della Commissione Antimafia, nel corso di un’audizione, ieri, davanti alla commissione Giustizia della Camera, presieduta da Donatella Ferranti, dedicata alla riforma del Codice Antimafia.
“La filosofia della riforma del Codice antimafia – ha spiegato il magistrato – è quella di semplificare la normativa esistente in materia di prevenzione. Abbiamo anche tenuto conto della normativa europea, per non correre sempre il rischio di sanzioni”.
 
Merola ha evidenziato come, ad alcuni anni dal varo del Codice Antimafia, si è ancora in attesa di un albo sugli amministratori giudiziari, di un decreto che formalizzi i loro compensi e di una serie di altri decreti attuativi al provvedimento. Quanto all’Agenzia per i beni confiscati, per Merola dovrebbe avere sede a Roma, occuparsi solo dei beni definitivamente confiscati e interfacciarsi con sezioni distrettuali specializzate a fare sequestri, che dovrebbero essere solo 26 e non 100 come oggi: al momento infatti sono un centinaio i tribunali che possono fare sequestri.
 
“Tutte le forze politiche sono d’accordo nel modificare il Codice antimafia – ha concluso il magistrato – se si vuole farlo, ci si metta al lavoro e lo si faccia veramente”.