E poi c’è il requisito della sensibilità che consiste nella capacità di sdoppiarsi mentre si parla o si scrive, guardandosi da fuori per giudicarsi e verificare che la propria performance sia in linea con l’obiettivo finale. Infine, la seduzione, cioè la capacità di acquisire la simpatia dell’interlocutore (lettore o ascoltatore) cercando di convincerlo della bontà delle tesi che si esprimono, creando empatia.
Queste regolette non sono esaustive, ma costituiscono un corredo minimo per chi voglia fare il mestiere di comunicatore, giornalista o non. Poi vi è una questione di merito e cioè la capacità di analizzare i fatti, che spesso sono negativi, di fotografarli e di interpretarli. Fatto ciò bisogna procedere alla descrizione delle cause che li hanno generati, perché solo così si possono indicare i possibili rimedi o le più efficaci soluzioni.
Fra le cause, vanno individuati i comportamenti di coloro che le hanno generate, cioè i responsabili che hanno prodotto effetti positivi o negativi. In altri termini l’analista deve essere capace di usare il metro del merito per misurare le azioni di chi ha prodotto i fatti esaminati. Non è difficile quello che scriviamo, si può fare.
Noi ci regoliamo come prima indicato perché abbiamo avuto grandi maestri di vita e professionali di cui abbiamo assorbito con umiltà gli insegnamenti. E non è nostro intendimento che i nostri scritti costituiscano insegnamenti. Per questo riteniamo che i destinatari dei nostri editoriali non debbano adombrarsi, in quanto non facciamo mai personalismi ma tentiamo di dare indicazioni costruttive, vietandoci le stupide critiche fine a sé stesse.
Nel quadro disastroso che sta vivendo la nostra meravigliosa Isola c’è bisogno che tanti giornalisti, editorialisti, presentatori di tv, radio e comunicatori vari, stiano insieme per osservare il loro compito, che è quello di fare crescere gli abitanti, facendoli diventare cittadini, veri cittadini, consapevoli dei loro doveri cui seguono i loro diritti.
È proprio il posizionamento dei doveri prima dei diritti che fa crescere la civiltà di un popolo e della sua Classe dirigente. Quella Classe dirigente che ha il dovere di controllare i responsabili delle istituzioni e partecipare ogni giorno alla vita collettiva per il suo benessere.