Se le leggi 191/2009 e 148/2011 fossero state immediatamente recepite in Sicilia, dal primo gennaio del 2011 e non fermate dalla famigerata Circolare Chinnici 1/2011, la Regione avrebbe risparmiato oltre 200 milioni di euro e con le stesse risorse avrebbe potuto co-finanziare fondi Ue per quasi un miliardo, contribuendo a fronteggiare la gravissima crisi.
Il Bilancio 2015 continua a finanziare precari (comunali, Asu, Lsu, ex Pip, formazione, forestali, Sportelli multifunzionali, Consorzi di bonifica) e privilegiati come dirigenti, dipendenti e pensionati regionali che continuano a percepire compensi da favola, molto superiori dei loro colleghi statali o dipendenti di altre Regioni.
La trattativa fra Regione e sindacati per il pensionamento anticipato di dirigenti e dipendenti è del tutto ridicola. Com’è noto, infatti, la Regione non ha mai versato contributi all’Inpdap o all’Inps, cosicché paga direttamente l’assegno corrispondente. Mandare in pensione dipendenti e dirigenti non arreca nessun sollievo al bilancio regionale, perché costituisce un semplice spostamento da un capitolo all’altro della somma erogata.
Il nuovo presidente della Regione, se vogliamo rimettere in corsa l’economia e la vera assistenza sociale, dovrà essere una persona al di sopra di ogni sospetto, con forti cognizioni organizzative, amministrative e legislative, con un carattere determinato e, perché no, un certo carisma.
Non possono essere più tollerate quattro delle cinque categorie di persone elencate da Leonardo Sciascia (1921–1989) ne “Il giorno della civetta”, specie di cui il ceto politico siciliano abbonda.
Basta quaquaraqua, basta ominicchi, ora ci servono persone di primo livello capaci di guidare le istituzioni in base a valori etici, il primo dei quali è perseguire senza indugio, sempre e comunque, l’interesse generale.
Da parte del Governo, mediante l’intercessione di Faraone, è stata accordata a questo ceto politico la proroga di un anno, seppure con l’impegno che esso dovrebbe fare le riforme, che non farà mai. Doveva, invece, Faraone, far chiudere il rubinetto finanziario e portare i siciliani alle elezioni nel prossimo autunno.
Ma non è mai troppo tardi per ripensarci. Più passa il tempo, più i siciliani vengono danneggiati.