Augusta, si teme la ripresa della “stagione dei veleni”

AUGUSTA – Legambiente segnala l’arrivo al porto di Augusta di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali prodotti dall’acciaieria Ilva di Taranto. A tal riguardo il vice presidente di Legambiente Sicilia, Enzo Parisi, ha dichiarato che “quello di Augusta è diventato un porto della monnezza, da quando da Taranto sono in arrivo migliaia di tonnellate di rifiuti speciali prodotti dalla famigerata acciaieria Ilva. Il primo carico di circa 10.000 tonnellate è già arrivato al porto commerciale con la nave “Rita Br”.
I rifiuti, probabilmente si tratta del polverino che gli elettrofiltri trattengono dai fumi dell’altoforno, verranno sbarcati e smaltiti nella discarica Cisma, a metà strada tra Augusta e Melilli”. “Ci chiediamo, – continua Parisi – con quale criterio le autorità competenti hanno autorizzato il trasferimento di questi rifiuti dalla Puglia alla Sicilia per poi smaltirli in un’area ad alto rischio ambientale che ha impellente e vitale bisogno di bonificare e di eliminare i propri rifiuti industriali piuttosto che accogliere quelli di altri. Chi ha pensato di bonificare le discariche interne dell’Ilva spedendo i rifiuti ad Augusta ha valutato che questa operazione toglierà impatti da Taranto per caricarli però sulla martoriata zona di Augusta, Priolo e Melilli? La Commissione d’indagine sulle ecomafie, che nei giorni scorsi è stata a Siracusa, non ritiene sia necessario indagare cosa sta succedendo e cercare di comprendere come mai le bonifiche da queste parti non iniziano ed anzi si creano i presupposti per non avviarle mai?”.
L’impressione è che, nell’indifferenza delle Istituzioni, si stia riaprendo la stagione dell’attacco al territorio, con ulteriori inceneritori e discariche da concentrare nel triangolo industriale già avvelenato. “Legambiente Augusta, – conclude Parisi – chiede alle amministrazioni locali, al governo Crocetta, ai deputati regionali e nazionali di attivarsi subito in difesa della salute dei cittadini dell’area Augusta, Priolo, Melilli e di non permettere che un’altra violenza venga commessa nei confronti della popolazione e del territorio”.
La motonave di 6.699 tonnellate di stazza lorda, battente bandiera italiana ed iscritta al compartimento marittimo di Napoli, è entrata nella rada del porto megarese alle 13,50 di giorno 20. In merito a questo argomento è stata chiesta un’audizione al presidente della commissione legislativa Territorio e Ambiente del parlamento siciliano, dai deputati regionali Marika Cirone Di Marco e Bruno Marziano (Pd), per fare luce sulla vicenda. “L’audizione – afferma Marika Cirone Di Marco- dovrà servire a fare chiarezza, ascoltando tutti i soggetti interessati e coinvolti, per comprendere come questo possa accadere in un territorio così’ provato e appesantito da una enorme questione ambientale”.