PALERMO – “Impianti di piccole dimensioni e grandi impianti con molta moderazione”. Questo il motto del presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, in tema di energia prodotta da fonti rinnovabili.
L’idea non si riferisce esclusivamente alle pale eoliche, ma anche e soprattutto ai pannelli solari. Il Pears (Piano energetico ambientale Regione siciliana) dà a questo proposito delle linee ben precise a chi intende ricavare energia dal sole, imponendo un limite massimo di 12 Mw ad impianto. Se consideriamo che per un solo Mw di energia prodotta occorrono circa due ettari di terreno, facendo un rapido calcolo viene fuori che una vasta area di territorio (in genere si tratta di terreni agricoli), pari a 240 mila metri quadrati, viene occupata da specchi. Una così ampia diffusione di pannelli, se da un lato crea energia pulita, dall’altro potrebbe alla lunga avviare un processo di desertificazione del territorio.
Il motivo lo spiega Nicola Vernuccio, dirigente generale dell’assessorato regionale all’Industria, che riferisce: “Sulla questione ho ascoltato il parere dei tecnici, che mi hanno chiarito che per installare impianti fotovoltaici è necessario prima scavare il terreno per circa mezzo metro, poi, per evitare la crescita di erbacce che inevitabilmente adombrerebbero gli specchi, si getta del disserbante ed infine a coprire tutto, uno spesso strato di ghiaia”.
Morale della favola, un terreno sottoposto ad un simile trattamento che si prolunga per vent’anni (tanto è la durata dei pannelli), durante i quali non vede neanche un raggio di sole, va incontra a desertificazione.
“L’idea ispiratrice del Pears – ribadisce Vernuccio – è quella di realizzare in Sicilia una diffusione democratica e capillare di piccoli impianti di energia fotovoltaica. Riuscire, cioè, con grandi difficoltà ad incentivare l’autoproduzione da parte dei cittadini ed imprenditori, visto che il Po Fesr non prevede finanziamenti per impianti di piccole dimensioni da porre sui tetti delle abitazioni”. E la Regione pare che si voglia attrezzare sottoponendo la questione alla Comunità europea, quando nel 2010 il Po Fesr sarà rivisitato. E ancora. Quando lo scorso agosto fu firmato l’accordo fra il Governo regionale ed Enel per il rigassificatore di Porto Empedocle, fra le misure inserite vi era anche quella che faceva riferimento all’impegno da parte della società di realizzare piccoli pannelli sui tetti delle case dei siciliani. Senza alcun onere per i cittadini. Ma per questo dovremo aspettare la proposta che Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, farà pervenire sul tavolo dell’assessore Venturi fra qualche settimana. Staremo a vedere.