Finite le risorse finanziarie, Grecia e Sicilia sono con l’acqua alla gola. Nel Paese ellenico il popolo ha visto nel partito Syriza di Tsipras la soluzione dei problemi, ingannato dalle proposizioni demagogiche e fuori dalla realtà del suo leader, il quale ha proclamato ai quattro venti che dal momento della sua elezione non avrebbe più voluto avere a che fare con la Troika (Ue, Fmi, Bce).
Crocetta ha tentato in ogni modo di sganciarsi dal Governo nazionale, proclamando, anch’esso ai quattro venti, che lo Statuto autonomista rendeva la Sicilia distaccata dal centro.
Entrambi, ora, hanno dovuto calare le corna, rientrando nell’osservanza delle regole secondo le quali i debitori, che chiedono ulteriori prestiti ai creditori, devono accettare di rimettersi sui binari del rigore, abbattendo i privilegi di chiunque. Senza questa ovvia adesione alle richieste dei creditori, non possono pensare di ricevere ulteriori prestiti.
Cosicché Tsipras ha esautorato di fatto Varoufakis, il suo ministro dell’Economia, il bulletto che va in giro su grosse moto, indossando camicie a fiori (come faceva il Celeste, Roberto Formigoni).
Frattanto, il Governo greco ha requisito i fondi finanziari di tutti i Comuni del Paese, nonché i fondi pensione pubblici e privati, per avere qualche settimana ulteriore di fiato finanziario.
Alla Regione i fondi sono finiti, ma, nonostante ciò, non è iniziato il processo di decapitazione dei privilegi, a cominciare da quelli dell’Ars, per continuare agli altri dei dirigenti, dipendenti e pensionati regionali.
Crocetta non ha detto, come avrebbe dovuto, con onestà, che con questo bilancio non potranno essere pagate indennità a forestali e precari di ogni genere, mentre sembra che anche in Sicilia verrà applicato il contratto nazionale degli statali ed avviato il processo di decurtazione delle pensioni, al di sopra dei duemila euro lordi, e che, ricordiamo ancora, vengono erogate in maniera nettamente superiore ai contributi versati e, per ciò stesso, sono privilegi acquisiti e non diritti acquisiti.
Il baratro è davanti Grecia e Sicilia, ma si può ancora evitare. Ci vuole buon senso e la conduzione del Pater familias all’insegna del massimo valore etico di una Comunità: l’Equità.