Italicum: posta la fiducia. Partiti sul piede di guerra

ROMA – Il Governo ha posto la fiducia sull’Italicum. Lo ha annunciato, tra le proteste dell’opposizione, il ministro per i Rapporti con il Parlamento e per le Riforme, Maria Elena Boschi, in aula alla Camera. Prosegue, dunque, il percorso della legge elettorale con questa mossa che ha sollevato un vespaio di polemiche e numerosi commenti al vetriolo.
Il ddl di Matteo Renzi ieri ha superato lo scoglio del voto a scrutinio segreto fortemente voluto dalle opposizioni. Montecitorio ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità: i sì sono stati 209, i no 384. La Camera ha respinto anche le pregiudiziali di merito: i sì sono stati 208, 385 i no, sempre a scrutinio segreto.
Quella di Renzi suona come una sorta di sfida al Parlamento, e lo si evince anche dalle parole scritte dal premier su Twitter subito dopo l’annuncio del ministro Boschi. “La Camera ha il diritto di mandarmi a casa se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l’Italia. Ci prendiamo le nostre responsabilità”.
L’opposizione è però andata su tutte le furie, protestando molto duramente in Aula. Il Movimento 5 stelle ha colto l’occasione per attaccare nuovamente il presidente della Camera Laura Boldrini. Mentre quest’ultima stava spiegando i motivi regolamentari in base a cui ha acconsentito affinché il Governo ponesse la fiducia sulla legge elettorale i grillini le hanno urlato contro accusandola di essere “venduta”.
Tensione altissima anche in Forza Italia: “Non consentiremo – ha attaccato il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta – il fascismo renziano. Faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani”.
E mentre i rappresentanti di Sel hanno lanciato crisantemi gialli in Aula alla Camera per “il funerale della democrazia”, come affermato dal capogruppo Arturo Scotto, la fiducia sulla legge elettorale ha fatto aumentare i mal di pancia all’interno del Pd. “Non avevo dubbi – ha affermato Pierluigi Bersani – che avrebbero messo la fiducia. Qui il governo non c’entra niente, è in gioco una cosuccia che si chiama democrazia. Ora decideremo insieme che fare e poi deciderò io perché ognuno deve assumersi le sue responsabilità”.