ROMA – Ennesima fumata nera. Salta la seduta prevista per lo scorso 29 aprile e per vedere chiaro sull’intesa fra Stato e Regioni sui tagli alla sanità bisognerà aspettare, almeno, altri sette giorni. Ad annunciarlo il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino: “Il Governo ci ha detto che a causa della concomitanza con il voto di fiducia sull’Italicum non è possibile riunire la Stato-Regioni. Fra le Regioni – ha spiegato Chiamparino – mi pare che ci sia pieno accordo e piena disponibilità a firmare, con l’eccezione del Veneto che aveva dichiarato molto chiaramente la sua posizione contraria”.
Sul versante del Governo, arrivano, invece, come un fulmine a ciel sereno le dichiarazioni del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, rilasciate nei giorni scorsi al Sole24Ore – Sanità e che sembrano smentire un accordo su diversi punti dell’intesa. “Mi sembrano osservazioni strane – ha osservato Chiamparino – perché il ministro da una parte dà mandato ai suoi tecnici di stilare un documento condiviso, e poi nelle interviste dichiara che il documento non va bene. Credo che dovrebbe mettersi d’accordo con se stessa. Ho sentito personalmente il ministro Lorenzin e i suoi collaboratori più stretti che mi hanno aggiornato sullo stato di avanzamento dei lavori. Non mi era stata espressa alcuna ragione di contrarietà. Anzi mi è stata ribadita la volontà di arrivare all’intesa più in fretta possibile, anche perché sa benissimo che più tempo passa più è difficile realizzare la manovra integralmente”.
Sui tempi, il presidente della Conferenza delle Regioni, lancia un messaggio inequivocabile al Governo: “Non posso non constatare che la manovra pensata su base annua quanto più tempo passa tanto più diventa difficile da attuare nella sua interezza e quindi va evidentemente prevista qualche revisione o una forma di alleggerimento della stessa. Non amo fare il processo alle intenzioni e non ho elementi per farlo – ha sottolineato Chiamparino, ma sono già passati 4 mesi e il taglio previsto si dovrebbe ridurre di un terzo e quindi di almeno 800 milioni. I conti li sappiamo fare tutti. Noi siamo pronti a firmare a prescindere dalle appartenenze politiche, anche quelli che hanno dubbi. L’unica cosa che posso fare è quindi ricordare la nostra disponibilità e ribadire, ancora una volta, che il tempo non è una variabile indipendente”.