La Consulta ha emesso un comunicato col quale si precisa che non occorre che il pensionato danneggiato faccia ricorso per ottenere la liquidazione di quanto non gli sia stato pagato, basta una semplice mail all’Inps.
Significa che ha dichiarato lo Stato debitore nei confronti dei pensionati danneggiati, per un ammontare ancora da quantificare, ma che oscilla fra i dieci e i quindici miliardi, con la refluenza nei bilanci, sui quali dovranno essere caricati ulteriori 5 miliardi per anno.
Dalle prime dichiarazioni si capisce che il Governo non sa che pesci pigliare e, soprattutto, non sa cosa rispondere all’Unione europea, entro domani, per spiegare in qual modo intenda affrontare questa situazione.
La stessa sconvolge i piani del Governo perché si dovrà occupare di un aumento della spesa corrente e non potrà, quindi, effettuare gli investimenti necessari per far smuovere l’economia e far crescere l’occupazione.
Per la verità il ministro del Lavoro, Poletti, aveva messo in cantiere l’ipotesi di fare un taglio alle pensioni superiori alle duemila euro lorde l’anno. Se quest’ipotesi si concretizzasse in una legge, sarebbe il terzo madornale errore: o si fanno tagli a tutti, o a nessuno.
Non si capisce come il sindacato, che rappresenta tutti i pensionati, non abbia proposto ai governi di questi ultimi vent’anni di approvare una legge che ripristinasse il principio di equità, prima indicato. Come può il sindacato consentire che vi sia una parte di propri aderenti privilegiata, con pensioni liquidate in base al metodo retributivo, e un’altra maggioritaria con pensione liquidata col metodo contributivo?
Una legge che mirasse a revisionare tutte le pensioni e a riliquidare quelle retributive col contributivo, ripristinerebbe il principio di equità e scaricherebbe le casse dello Stato di circa venti miliardi l’anno.
La questione non riguarda le pensioni d’oro o le pensioni minime, ma esse derivino dai contributi versati o dalle casse pubbliche in assenza di contributi.
Quanto scriviamo è semplice nella sua enunciazione, ma difficile da attuare. Tuttavia al principio di equità nessuno dovrà sfuggire. è indegno che vi siano milioni di pensionati che percepiscono assegni superiori al loro diritto, con ciò diventando veri e propri parassiti!