Enzo Bianco: “Autonomia speciale Sicilia da opportunità a grave handicap”

CATANIA – “Sette o otto macroregioni, statuti speciali solo a Trento, Bolzano e Val d’Aosta, e regioni mutate in enti ordinari ma a geometria variabile, dopo una cura dimagrante per le burocrazie”. Le ha auspicate il sindaco di Catania, Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, ascoltato a Roma dalla Commissione parlamentare per le Questioni regionali nell’ambito di una indagine conoscitiva sulle problematiche riguardanti l’attuazione degli statuti ad autonomia speciale e sui cambiamenti determinati dalla Riforma del titolo V.
“Proprio perché – ha detto Bianco, esprimendo una posizione ‘slegata dalla linea istituzionale dell’Anci’ e frutto dell’esperienza di amministratore locale e ministro – credo nelle Regioni e in un federalismo più accentuato, ritengo che occorra seriamente riflettere su una riduzione delle Regioni. Il loro numero eccessivo, così come l’ambito territoriale troppo piccolo di alcune, rendono difficilmente attuabili i poteri di indirizzo legislativo”.
Per Bianco le ragioni storiche che hanno giustificato condizioni autonomistiche oggi non esistono più. “Penso – ha aggiunto – al Friuli Venezia Giulia, dove passava la Cortina di ferro, o alla Sicilia e la Sardegna, dove c’erano movimenti indipendentisti”. Riferendosi in particolare alla Sicilia, Bianco ha sottolineato come “l’autonomia speciale si sia trasformata da opportunità in grave handicap” anche a causa di una “elefantiasi burocratica” e che “per l’uso che ne è stato fatto sogno di fare il sindaco in una regione a statuto ordinario”.
Bianco ha citato l’esempio della legge Delrio che abolisce le province e crea le città metropolitane, in Sicilia inattuata. “Mentre i miei colleghi di Bari e di Firenze – ha osservato – hanno già il loro statuto metropolitano”. La proposta di Bianco è quella: “Che la legge Delrio venga recepita in Sicilia in toto”.