Renzi è un giovane che studia e lavora molto. Si vuole rendere conto personalmente delle questioni diverse e importanti, in modo da prendere decisioni che rientrino in un filone coerente con il buon andamento della cosa pubblica.
Forse però gli è mancato il tempo di leggersi quanto ha scritto il filosofo (più noto come economista) Adam Smith (1723 – 1790) e la sua massima opera, La ricchezza delle Nazioni (1776). E, forse, non ha letto le opere di John Maynard Keynes (1883 – 1946).
Se così avesse fatto, si sarebbe accorto che, a parità di spesa pubblica, avrebbe dovuto modificare il rapporto tra spesa corrente e spesa per investimenti. Sono questi ultimi che accelerano l’economia e, per ovvia conseguenza, creano nuova occupazione.
Fino a quando il presidente del Consiglio non metterà mano al taglio della spesa corrente, attraverso l’ eliminazione delle inefficienze e degli sprechi, il Pil potrà crescere di pochi decimali. Se, invece, tale taglio fosse adeguato, il Pil potrebbe crescere di alcuni punti l’anno.
Questa manovra comporta le riforme, il che significa l’eliminazione dei privilegi di tutti coloro che vivono parassitariamente a carico della fiscalità pubblica.
Le otto regioni meridionali hanno un tasso infrastrutturale di un terzo rispetto a quelle del Nord: proprio in questo territorio va concentrata la maggior parte degli investimenti, per ridurre la forbice e riportare a galla il Sud, come a suo tempo fece la Germania con la parte orientale.
A proposito di Germania, ricordiamo che le riforme drastiche attuate dall’ex cancelliere Gerhard Schröder oltre dieci anni fa, hanno permesso oggi alla locomotiva tedesca di crescere e avere una disoccupazione dimezzata rispetto a quella italiana.
Servono, quindi, riforme urgenti che mettano al primo posto il merito e la responsabilità, comparando continuamente i risultati e gli obiettivi con un percorso stabilito da un tassativo cronoprogramma, affidato a dirigenti bravi e onesti, capaci di attuare le riforme governative.
Ha ragione Renzi quando dice che i gufi e la Sinistra conservatrice hanno fatto perdere i laburisti in Gran Bretagna e mantenuto il Pd al 25% per decenni. Ora occorre una forza politica veramente riformista che tenga conto dell’equità diffusa fra territori e cittadini.