Dall’altra parte, i docenti devono essere consapevoli della responsabilità che hanno e, quindi, operare in due direzioni: studiare e aggiornarsi continuamente, per essere coevi ai tempi; educare i discenti formandoli come cittadini che sappiano comportarsi adeguatamente, secondo i doveri civici e personali cui vanno subordinati i diritti.
I docenti hanno perso dignità e reputazione dal malaugurato ‘68, quando una sinistra ideologica e asociale ha imposto il 18 o il 6 politico: un comportamento che ha creato montagne di asini e di gente abituata ad aprire la bocca soltanto per fare uscire il fiato. Tutti costoro hanno messo in soffitta, all’epoca, i principi etici di equità, responsabilità e merito.
La riforma della Scuola, da poco approvata dalla Camera, che ora passa al Senato, ha cominciato a inserire questi valori, ma essa è molto timida perché non è andata in profondità intervenendo nel contratto di lavoro, con l’eliminazione degli scatti di anzianità e il parallelo inserimento di aumenti subordinati ai risultati.
Avere trasformato la Scuola in un ammortizzatore sociale è stato un gravissimo errore del un ceto politico che, dal ‘68 in avanti, ha fatto decadere la più importante istituzione dello Stato. L’inversione di tendenza è obbligatoria nella fase storica in cui vi è una competizione mondiale fra i cittadini che sanno e quelli che restano ignoranti per propria ignavia o per responsabilità di chi dovrebbe loro insegnare ad avere idonei comportamenti, per far crescere nel suo complesso la Comunità.
Singapore, in cinquant’anni, da un’isola sottosviluppata si è trasformata nella seconda economia mondiale per Pil pro capite. Il suo padre fondatore e Primo ministro, dal 1959 al 1990, Lee Kuan Yew, all’inizio della rinascita ha inserito la scoperta e il supporto dei talenti, a cominciare da dieci anni fino ai master. Essi sono stati inseriti nella Pubblica amministrazione, diventata il polo trainante di quello sviluppo rapidissimo, che ha avuto la sua carta vincente proprio nell’alto livello di istruzione.
Qui, occorre pagare di più i docenti bravi e meno gli infingardi e gli incapaci. Docenti che siano stati validati in origine dal concorso di cui all’art. 97 della Costituzione.