PALERMO – Gli accesissimi scontri tra la Regione e i sindacati sulla formazione professionale in Sicilia potrebbe nascondere molto di più che un’apparente lotta per la difesa e la tutela dei lavoratori, rimasti senza stipendio per mesi a causa del ritardo nell’approvazione del piano regionale dell’offerta formativa da parte dell’assessorato al Lavoro.
Sullo sfondo potrebbero esserci soprattutto degli interessi. Probabilmente anche alle organizzazioni la parola “rivoluzione” nella formazione professionale fa storcere il naso perché sino ad ora, a guardare i numeri, nel fiume di finanziamenti provenienti dall’Unione Europea ci hanno “sguazzato”. Uno come l’assessore alla Formazione Carmelo Incardona non è piaciuto molto sin dall’inizio del suo mandato e precisamente da quando, nel luglio del 2008, annunciò un forte cambiamento di rotta nel settore con l’intenzione di attuare nuovi criteri per finanziare gli enti di formazione. Ed in effetti il Prof, pensato da Incardona con questi criteri, ha portato ad un vespaio di polemiche.
Si è parlato di illegittimità, con in testa la Cisl a denunciare presunte illegittimità nell’approvazione dell’elenco degli enti ammissibili a finanziamento. Forse il nuovo metodo non è piaciuto anche perché, così come è stato detto dal Ragioniere generale della Regione, Vincenzo Emanuele, ad essere rimasti fuori sono stati anche alcuni enti storici.
Che Incardona abbia toccato qualche nervo scoperto? Sembra proprio di sì. Ecco perché i sindacati sono tornati alla carica e hanno chiesto di sbloccare intanto gli stipendi dei dipendenti degli enti di formazione tenendo in considerazione il consolidato del Prof 2008.
Andando a spulciare il piano dello scorso anno emergono dei chiari conflitti di interesse da parte dei sindacati, ed anche abbastanza evidenti, nel portare avanti una simile proposta. Solo per dare dei numeri complessivi viene fuori che gli enti direttamente controllati dai sindacati hanno gestito nel Prof 2008 qualcosa come 46 milioni di euro per un totale di quasi 400 mila ore formative svolte. In pratica si viaggia su un quinto del totale dei fondi che la Regione lo scorso anno stanziò per la formazione professionale nell’ambito del piano dell’offerta formativa. Il dubbio che ci siano degli interessi dietro appare abbastanza evidente.
Sospetti che sono venuti anche all’Assemblea regionale siciliana: “In particolare la Cisl, la più agguerrita tra tutti gli enti, – rilevano i deputati Pippo Currenti, Marco Falcone e Toni Scilla – è un soggetto con fortissimi interessi nel settore della formazione professionale, sino al punto da essere tra gli enti con il maggior numero di ore formative nel piano del 2008”. Snocciolando i dati del Prof 2008 la Cisl effettivamente, tramite lo Ial, è stato il sindacato che ha goduto dei maggiori finanziamenti: tra formazione di I e II livello, formazione continua e permanente e formazione ambiti speciali ha avuto finanziate quasi 200 mila ore formative un totale di 23 milioni 200 mila euro circa. Non scherza neanche la Cgil. La Camera del lavoro, tramite i suoi enti controllati (Ires ed Ecap), ha intascato la bellezza di 5 milioni e 300 mila euro per effetto delle sue 41 mila ore formative. Spunta poi la Uil che tramite l’Enfap ha totalizzato quasi 11 milioni di finanziamenti racchiusi in due soli progetti approvati all’Enfap, ma molto corposi, di 90 mila ore formative. Il resto dei fondi sono notevolmente spezzettati tra un rivolo di sindacati che si sono spartiti all’incirca 8 milioni di euro in 8 diversi enti che raggruppano 10 distinti progetti formativi. C’è tra gli enti di formazione chi senza peli sulla lingua denuncia questo “consociativismo” tra sindacati e Regione: “Noi nel Prof di quest’anno – denuncia Cosimo Genovese, direttore dell’ente Training service – siamo rimasti inspiegabilmente fuori. Eppure avevamo tutte le carte in regola per rientrare tra gli enti da finanziare. è evidente che ci hanno penalizzato perché non abbiamo alcun sindacato alle nostre spalle”.