Dunque, la diminuzione di spesa per interessi è stata fortemente superata dall’aumento della spesa corrente (cattiva). Questo è il nocciolo della questione: occorre tagliare i costi della burocrazia e, con essi, i costi della politica.
Vi sono diecimila sedi ministeriali, dice Carlo Cottarelli, ex commissario per la Revisione della spesa, chiamata Spending review. Vi sono diecimila partecipate pubbliche che perdono oltre 20 miliardi l’anno, afferma sempre Cottarelli. L’impiego pubblico è stato utilizzato, in questi 30 anni, come ammortizzatore sociale, facendo entrare cani e porci senza lo sbarramento costituzionale che è il concorso pubblico.
La Bestia burocratica è il maggior freno per la ripresa economica e l’aumento dell’occupazione, perché interferisce in tutte le iniziative mentre dovrebbe essere un motore per favorirle.
Nella spesa pubblica, una voce enorme è portata dalle pensioni, che ammontano a 216 miliardi, quasi 18 miliardi al mese. Una parte di esse è sacrosanta, perché maturata con i sacrifici di dirigenti e dipendenti che hanno versato i contributi su cui è stato calcolato l’assegno. Ma un’altra parte è formata da pensionati privilegiati che godono di un assegno sproporzionato ai contributi versati.
Fra i pensionati privilegiati vi sono gli ex parlamentari, che a fronte di un euro di contributo versato ne percepiscono fra sette e otto volte. Non parliamo dell’altra Casta, i burocrati, alti e medi, anch’essi privilegiati, che per ogni euro di contributo versato percepiscono pensioni tre-quattro volte superiori.
La Malabestia, cioè tutta la burocrazia, è piena di inefficienze e di sprechi, perché in essa mancano i valori di merito e responsabilità, secondo cui ognuno deve percepire meno di quello che dà e rispondere della propria attività, misurabile dai risultati conseguiti.
Sempre secondo Cottarelli, il taglio di sprechi e disfunzioni comporterebbe un ulteriore risparmio di oltre 30 miliardi l’anno.
Se si risparmiassero, dunque, 46 miliardi di pensioni non dovute e 30 miliardi di sprechi vi sarebbe a disposizione un’enorme risorsa finanziaria da destinare agli investimenti, con cui creare centinaia di migliaia di posti di lavoro, anche con l’apertura di cantieri per infrastrutture di cui il territorio ha urgente bisogno.
L’aumento degli astensionisti è patologico, ma legittima la forte protesta contro egoisti e parassiti, cioè politici e burocrati.