PALERMO – In Sicilia è stato operato un taglio ai finanziamenti alle Università di ben 17 milioni di euro (3 a Catania, 8 a Palermo, 6 a Messina), cosa di non poco conto se solo si considera che le situazioni di disagio che sono costretti a subire gli studenti fuori sede sono già gravi. Ci riferiamo ai servizi che l’Ersu dovrebbe erogare: borse di studio, alloggi presso le residenze universitarie, mense e altri servizi.
Sulla base delle somme a disposizione l’Università di Catania ha previsto borse di studio in denaro di importo variabile per un ammontare complessivo di 11.300.000 euro. L’importo massimo della borsa, comprensiva di servizi, è di € 4.669 per gli studenti fuori sede, € 2.574 per gli studenti pendolari ed € 1.760 più un pasto giornaliero gratuito, per gli studenti in sede. Sono disponibili n. 845 posti letto nelle residenze universitarie per studenti fuori sede.
Invece, l’Ateneo di Messina ha messo a concorso 192 posti letto per l’anno accademico 2009/2010 divise tra il residence Papardo ed il residence di P. Castelli.
A Enna sono previste 350 borse di studio (delle quali 88 agli studenti di 1° anno e 262 per gli studenti degli anni successivi); 100 posti alloggio, 25 contributi per mobilità internazionale e come per tutti gli altri atenei della Sicilia buoni mensa. Per l’anno accademico 2009/2010 l’ammontare annuo della borsa di studio alla Kore di Enna, comprensivo di servizi, è di 4.668 euro per gli studenti fuori sede, 2.573 euro per gli studenti pendolari, 1.759 euro per gli studenti in sede.
Il problema in Sicilia è ovunque lo stesso: mancano strutture capaci di soddisfare le necessità dei giovani, nonostante si possa contare anche su pensionati o collegi gestiti da enti pubblici, quali l’Opera universitaria o la stessa Università o anche da Comuni, Province oppure da enti ecclesiastici, quali aggregazioni religiose o enti concordatari o da privati. Di questi, a Catania se ne contano tre, a Messina tre e a Palermo sette. Ovviamente per accedervi viene richiesta una retta mensile comprendente vitto e alloggio. La media delle borse di studio che viene restituita ogni anno per mancanza del raggiungimento degli obiettivi è del 20/25%.
Il direttore dell’Ersu di Palermo, Aldo De Franchis, tiene a sottolineare che “a Palermo c’è il caro affitti e gli studenti che purtroppo non hanno il merito (forse anche un credito formativo in meno) sono fortemente danneggiati. Già da un paio di anni abbiamo riservato un secondo concorso interno che consente a quest’ultimi di poter accedere pagando una minima quota. Lo riteniamo un sistema corretto: soddisfare le richieste delle graduatorie, poi premiamo coloro che ne fanno domanda e che sono comunque meritevoli. Ciò potrebbe costituire e costituisce un valido mezzo per concorrere con i privati e determinare un calo del caro-affitti. Portare avanti questo tipo di scelta non è facile, considerato che non abbiamo un budget adeguato. Peraltro sono anche previste borse di studio c.d. allargate per cui sono previsti dei contributi maggiorati per l’affitto di una casa, previa presentazione della documentazione attestante la stipula del contratto di locazione”.
Un’iniziativa del genere non può che meritare attenzione, ma bisogna guardare al numero dei posti disponibili a fronte delle istanze presentate. De Franchis, ci dice che “per l’anno accademico 2009/2010 le domande presentate per l’attribuzione di borse di studio sono circa 10.000, di cui circa 1.500 (istanze posti letto) soddisfano coloro che avevano già presentato domanda nell’anno passato, mentre circa 3.000 sono i partecipanti richiedenti al primo anno”. Conti alla mano: 4.500 domande a fronte dei soli 750 posti letto disponibili, 10.000 domande contro le 4.810 borse di studio. Ma l’Ersu di Palermo non si ferma: due nuove strutture sono state allestite, l’una a Schiavuzzo e l’altra in fase di realizzazione a Santissima Nunziata, Casa Professa.
Alla ricerca di alternative In crescita gli Atenei telematici
Altro nodo problematico è la manutenzione e la ristrutturazione degli edifici adibiti a residenze. Michele La Cagnina, dirigente regionale del Servizio Diritto allo Studio, ci conferma che “le somme variano a secondo del tipo di contratto di manutenzione attivato. Dal bilancio presentato dall’Ersu di Palermo risulta tuttavia che i capitoli di spesa riconducibili alle manutenzioni prevedono per il 2009 uno stanziamento di 855.000 Euro”.
Fare i conti con i tagli significa anche cercare valide alternative per ovviare ai problemi. Basti pensare che l’Ersu di Palermo ha installato pannelli solari su diverse strutture dell’ente riducendo del 30-35% il fabbisogno energetico con un risparmio di circa 70 mila euro l’anno. In seconda battuta, si potrebbe seguire la scia degli atenei telematici considerato che in tre anni accademici il numero degli iscritti alle università telematiche che garantiscono lezioni e prenotazioni di esami on line e assistenza telefonica e via internet è aumentato del 900%. Erano 1529 nel 2004-2005 sono quasi 14 mila oggi e rappresentano lo 0,7% del complesso degli iscritti all’università.