Ancora una volta, i privilegiati se ne infischiano dei siciliani, badano a loro stessi con un egoismo che non ha confronti, pensano ai famigli e a tutti coloro che gli ruotano attorno, volendo ignorare colpevolmente quanto accade fuori dalle mura dei Palazzi.
E per nascondere i loro nefandi comportamenti tengono i siti web di ogni branca dell’amministrazione e di ogni Ente opachi, incompleti, non aggiornati, proprio per evitare che la stampa e l’opinione pubblica possano guardarvi dentro e andare a scoprire le innumerevoli magagne commesse.
La tiritera che non ci sono soldi a causa dei minori trasferimenti dallo Stato alla Regione è deplorevole. è vero che tali trasferimenti sono stati ridotti, ma è ancor più vero che la Regione non ha fatto nulla per tagliare sprechi e privilegi, continuando ad alimentarli senza muovere un dito.
La Regione non ha destinato un solo euro alla spesa in conto capitale (buona), mentre ha previsto di coprire a malapena la spesa corrente (cattiva) con tutti i privilegi in essa contenuti. Un comportamento insensato, che dovrebbe essere sanzionato da quotidiani e televisioni regionali, oltre che dal nostro.
Non va taciuta l’assenza della Classe dirigente, che ha un ruolo primario nella Comunità siciliana. Una Classe dirigente che si occupa soltanto del proprio comparto, non capendo che quando le cose vanno male, vanno male per tutti.
La Classe dirigente ha il dovere e la convenienza di attivarsi per intervenire decisamente sulle istituzioni regionali e locali, affinché mettano in moto le azioni necessarie alla crescita e alla nuova occupazione. Non è possibile che mentre le regioni del Nord hanno ricominciato a crescere, con un aumento sensibile dell’occupazione, in Sicilia, le cose vadano al rovescio in termini di decrescita e di aumento della disoccupazione.
I responsabili del disastro hanno nomi e cognomi. Noi li abbiamo citati innumerevoli volte e ci viene il voltastomaco a continuarne la citazione, per cui li omettiamo.
L’Opinione pubblica siciliana ha la responsabilità, in ultimo, di indignarsi, alzare la voce e costringere tutti costoro a fare il proprio dovere: l’interesse di tutti i siciliani.