Dentro i sindacati vi è una categoria numericamente minoritaria: la Funzione pubblica, quella che rappresenta i dipendenti del pubblico impiego. Poi vi sono diverse associazioni che rappresentano i dirigenti dei diversi livelli.
Pur essendo fortemente minoritaria, la Funzione pubblica ha un peso preponderante con il quale impedisce che si diffonda il principio di equità, in modo che tutti i rappresentati abbiano pari diritti e pari doveri.
Una grande stonatura riguarda l’orario di lavoro. Tutti i dipendenti del settore privato lavorano mediamente 40 ore settimanali, mentre tutti i dipendenti pubblici ne lavorano 36. La differenza non è solo quantitativa, perché i dipendenti privati lavorano effettivamente 40 ore settimanali, quelli pubblici, invece, adottano il motto arrivo tardi, ma in compenso esco presto. Senza contare le uscite alla chetichella per fare la spesa, andare dal parrucchiere o sbrigarsi affari privati.
È vero che ci sono i tornelli e gli orologi. Eppure le inchieste di magistratura e Forze dell’ordine hanno messo a nudo abusi di ogni genere, mai sanzionati dai dirigenti che hanno la coda di paglia.
I sindacati, che intraprendessero quest’azione di equità, contribuirebbero a migliorare la posizione di chi non ha lavoro, a mettere sullo stesso piano i propri pensionati iscritti e a dare un esempio di comportamento moralmente ineccepibile di cui tutta la Comunità ha bisogno.
Le osservazioni riguardanti il benaltruismo le abbiamo trattate e le andiamo trattando in editoriali e inchieste. Eliminare il privilegio citato, oltre all’abuso della Legge 104/92 (assistenza ai parenti ammalati), potrebbe essere un elemento per rimettere ordine al sistema italiano scassato da tanti privilegi e, soprattutto, dalla dilagante corruzione.
La corruzione si combatte con la trasparenza, ha affermato Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione, nel forum pubblicato il 21 aprile scorso, e con la concorrenza, come ha affermato Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, nel forum pubblicato il 14 dicembre 2013.
Tutte le parti sociali devono contribuire a rimettere ordine al sistema Italia. Nessuno può tirarsene fuori.