Un altro commissario in arrivo è quello per i rifiuti, dal momento che in oltre trenta mesi la Giunta Crocetta non ha avuto la capacità di attuare un piano che provvedesse a dare una soluzione definitiva all’utilizzazione della spazzatura. Nessuno capisce perché quello che si fa in tutto il mondo, Europa e Nord Italia compresi, non si debba fare nella nostra Isola.
Si tratta degli impianti per la produzione di energia a base di Rsu. Ne basterebbero dieci dislocati opportunamente in tutto il territorio di 25 mila di chilometri quadrati, per smaltire i 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti, dai quali verrebbero tratte le materie prime (vetro, legno, plastica, carta) e prodotti energia elettrica, biogas e biocarburante.
Inoltre, con il residuo si otterrebbe materiale per creare i tappeti sottoasfalto delle strade. Alla fine del processo l’impatto ambientale sarebbe inferiore all’uno per cento. Solo degli incapaci non prendono in esame questa soluzione radicale che proponiamo da molti anni.
Un altro commissario dello Stato è stato preannunciato dal sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone perché l’assessore regionale non riesce a mettere ordine in quel verminaio della formazione che ha dilapidato oltre 3 miliardi di fondi Fse in dieci anni.
Da questo quadro, più volte ripetuto e peraltro non esaustivo, emerge ormai in modo lampante l’urgenza del commissariamento della Regione, ma non quello breve previsto dall’articolo 8 dello Statuto, cioè di tre mesi, ma uno ben più lungo fino all’estate 2016 che il Governo può attuare in ossequio all’articolo 126 della Costituzione, il quale prevede lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge.
Servono uno o più commissari-manager che per almeno un anno operino disboscando incrostazioni, corruzione e inefficienza, che hanno fatto della Regione un vaso di pandora cui urge togliere il coperchio.
Elezioni, dunque, in ottobre 2016 partendo da una Regione che abbia di nuovo i conti in ordine, avendo dirottato dalla spesa corrente (cattiva) alla spesa per investimenti (quella buona) le risorse.