Politica

2 Giugno, Mattarella, “E’ tempo di rinascita”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona all’Altare della Patria in occasione della festa della Repubblica che, per il secondo anno consecutivo, si celebra senza cerimonie aperte al pubblico e senza la tradizionale parata militare in via dei Fori imperiali a causa del Covid.

Ad attendere il capo dello Stato c’erano però in piazza Venezia, dietro le transenne, centinaia di cittadini e turisti, che hanno assistito alla breve cerimonia.  Mattarella è stato accolto dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, e dalle più alte cariche dello Stato che lo hanno atteso alla base del monumento dedicato al Milite Ignoto: il presidente del Consiglio Mario Draghi, i presidenti di Senato e Camera Elisabetta Casellati e Roberto Fico, il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio.

Accompagnato da Guerini e dal capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, il presidente della Repubblica ha poi passato in rassegna lo schieramento interforze e, dopo l’inno nazionale, ha deposto la corona davanti alla tomba del Milite ignoto. La breve cerimonia si è conclusa con il passaggio delle Frecce Tricolori.

“La concezione di un bene comune, più importante di ogni particolarismo, ci ha portato a essere convintamente parte della Unione Europea, elemento imprescindibile della nostra stessa identità nazionale”.

Con queste parole rivolte, nel cortile d’onore del Quirinale, al corpo diplomatico accreditato in Italia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto ieri sera, prima della mezzanotte, le celebrazioni in occasione della Festa della Repubblica.

Dopo l’inno d’Italia, l’orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, diretta dal maestro Jakub Hrůša, ha eseguito, sull’enorme palco tricolore, musiche di compositori europei dedicate all’Italia (Britten, Berlioz, Mendelssohn, J. Strauss, Martinu, Cajkovskij) e una performance di Roberto Bolle con Virna Toppi (Pas de deux, da “L’altro Casanova” su musiche di Antonio Vivaldi).

Mattarella è arrivato accompagnato dalla figlia Laura e ha aperto l’evento con il suo saluto.

“La terribile esperienza della pandemia e dei suoi effetti – ha detto il Capo dello Stato – ha reso evidente la profonda interdipendenza dei destini dei nostri popoli: soltanto efficaci forme di coordinamento si sono dimostrate utili per contrastarla e sconfiggerla”.

“Questa cooperazione – ha aggiunto – sostiene le opportunità offerte da una nuova stagione di ripresa e rinascita, civile ed economica. Un nuovo inizio per una comunità internazionale che voglia affrontare con successo le sfide della sostenibilità dei modelli di vita e della lotta alle disuguaglianze. Mi permetto di invitare, a questo fine, a trovare le tante ragioni di un impegno condiviso, che non attenua le differenze, ma unisce gli sforzi di tutti contro i nemici dell’umanità”.

Mattarella ha sottolineato come “Il progresso realizzato dalla Repubblica Italiana in questi settantacinque anni” sia stato straordinario.

“Ci ha accompagnato – ha detto – una condivisione di valori e di prospettiva con le numerose nazioni con cui abbiamo cooperato. E’ questa dimensione del multilateralismo, radicata nella nostra Costituzione, che ha espresso l’autentica vocazione del nostro Paese: contribuire a realizzare un mondo in pace, in cui i diritti della persona e dei popoli trovino piena attuazione, secondo regole assunte dalla comunità internazionale. Si tratta di diritti inalienabili e indivisibili. Ogni atto di forza contro di essi danneggia la causa della pacifica coesistenza e del sereno sviluppo di relazioni basate sul rispetto del diritto internazionale”.

“La nascita della Repubblica Italiana, nel 1946, segnava anch’essa un nuovo inizio: l’edificazione di una casa comune, basata sulla libera sottoscrizione di un patto di cittadinanza da parte dei cittadini e, per la prima volta, delle cittadine. Sulle macerie il popolo italiano, i popoli d’Europa, i popoli del mondo, si proposero di non ripetere gli errori del passato. Non sempre vi siamo riusciti. Ma la spinta alla rinuncia della guerra, come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, è stata allora, e rimane, robusta e forte. E’ un disegno incompiuto, per il quale moltiplicare gli impegni comuni. Con questa convinzione e in questa prospettiva auguro a tutti buona Festa della Repubblica Italiana”.

Il presidente della Repubblica ha inoltre inviato un messaggio ai prefetti d’Italia.

“Della comune tensione alla ripresa – vi si legge – , sono indice, in particolare, gli sforzi profusi sul territorio per assicurare efficienza alla campagna vaccinale, un ritorno a condizioni di normalità in ambito scolastico e il graduale riavvio di tutte le attività economiche, sociali, culturali. Il Paese è ora di fronte ad opportunità di ampio respiro, grazie anche alle pianificazioni e agli investimenti a livello europeo”.

“La comunità nazionale, che intraprende il delicato percorso verso il definitivo superamento del periodo emergenziale – prosegue il messaggio – , celebra quest’anno la ricorrenza del 2 giugno nel segno dell’impegno collettivo per il rilancio del Paese e della ricerca di nuove prospettive di sviluppo e modernizzazione. Se ora possiamo guardare con maggiore fiducia al futuro, è soprattutto grazie alla ricchezza di risorse che il Paese ha saputo trovare o riscoprire e all’apporto unitario che ciascuno, non senza sacrificio, ha offerto”.