Economia

2 novembre, produzione in calo e prezzi in aumento per i crisantemi: manca la manodopera

Produzione in calo e prezzi in aumento. E’ questo il trend del settore dei fiori, a partire dai crisantemi, in vista della ricorrenza dei defunti, secondo quanto spiegano da Cia-Agricoltori italiani ad Adnkronos/Labitalia. In Italia (e in altri Paesi europei) il crisantemo è il fiore che tradizionalmente si porta ai propri cari defunti al cimitero ed è in generale associato a situazioni di lutto. Probabile motivazione di ciò è il fatto che la pianta fiorisca fra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, in concomitanza al giorno dei morti (2 novembre).

Calo del 20% della produzione

Secondo i dati elaborati dall’organizzazione agricola, infatti, in Liguria, in cui si concentra gran parte della produzione italiana, quest’anno si registra un -20% della produzione di crisantemi. E non per colpa del caro energia, visto che il fiore cresce in campo e non in serra, ma per la riconversione di diverse aziende verso la produzione della canapa, più redditizia, spiegano dalla Cia.

Aumento del 25% sul prezzo finale

E la minore produzione di crisantemi, spiegano dalla Cia, si scarica sul prezzo all’origine, ma in modo contenuto, secondo l’organizzazione agricola, con un +20%. E sul prezzo finale per il consumatore si stima un +20-25%, “imputabile all’aumento dei costi della filiera della logistica, e cioè al trasferimento dei prodotti dal campo ai punti vendita”, aggiungono.

Il costo: dai 3 euro per un fiore ai 12 per un bouquet

E come spiegano dalla Cia per i prezzi dei crisantemi si va dai 3 euro per il crisantemo Ping Pong (dalla caratteristica forma a pallina) ai 3,50 euro per lo Spider (petali allungati e sottilissimi) fino ad arrivare al Turner più pregiato, sui 4,50 euro. Secondo l’organizzazione agricola, invece, il prezzo di un bouquet di crisantemina si aggira intorno ai 12 euro.